Charity Marketing: perché gli Influencer possono fare la differenza

Utilizzare un testimonial molto conosciuto per una campagna charity non è certo una novità. Da sempre le grandi Onlus impiegano celebrità e volti noti per lanciare i loro messaggi di solidarietà nell’intento di ottenere la più ampia risonanza possibile.

Un famoso attore o cantante, può senz’altro contribuire ad ottenere i risultati sperati, ma per arrivare a quante più persone possibile può essere utile avvalersi del contributo degli Influencer e implementare una comunicazione one-to-one, alla pari. È per questo che sempre più spesso le associazioni benevole assoldano star nate dal web per le loro cause. Chi non ha visto, ad esempio, l’ultimo video realizzato dai The Jackal per Actionaid?

L’idea è semplice ma geniale: sfruttare i luoghi comuni sugli immigrati per lanciare un messaggio positivo. Quelle che apparentemente sembrano parole cariche di razzismo e disprezzo diventano così il mezzo per smuovere le coscienze, regalando un sorriso. Naturalmente il messaggio è efficace perché veicolato da un gruppo di ragazzi ben noto agli utenti della rete; un fenomeno, quello dei The Jackal, nato su YouTube e diventato ormai di portata nazionale.

Spesso si pensa che gli Influencer siano persone superficiali, concentrate solo sulle loro storie virtuali. Non è sempre vero e anzi, in molti casi la condivisione delle loro esperienze personali sui social rappresenta un potente mezzo per raggiungere persone con gli stessi problemi e fornire loro un supporto, come nei casi di body shaming di cui abbiamo parlato in questo articolo.

L’utilizzo delle star di YouTube per la promozione di progetti charity non è però nuovo. Nel 2014 la celebre youtuber Zoella, è diventata la prima digital ambassador per l’associazione Mind che si occupa di salute mentale. Zoe in diverse occasioni ha esternato sui social i suoi problemi legati all’ansia, perciò per il suo pubblico di oltre 11 milioni di subscriber su YouTube, la collaborazione è sembrata assolutamente naturale. Non c’è da sorprendersi che, grazie al contributo della star del web, la campagna #DontPanicButton abbia generato un’immensa reach e oltre 1,5 milioni di interazioni.

Come coinvolgere gli Influencer in una campagna charity?

La collaborazione con gli Influencer può essere vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte. Il fatto che l’Influencer abbia un buon seguito fa sì che il suo contributo sia utile alla diffusione dell’iniziativa charity ma, al tempo stesso, condividendo un messaggio solidale, l’Influencer riesce ad ottenere maggiore credibilità e visibilità agli occhi della sua community.

Può accadere che l’Influencer richieda un compenso per l’attività da svolgere. Non c’è da sorprendersi, in particolare se si richiede un’attività specifica come la realizzazione di un video, di foto o la partecipazione a un evento. Molte Onlus, specialmente quelle più grandi, hanno infatti dei budget destinati alle attività di marketing, necessari a far sì che la raccolta fondi sia efficace. In caso di attività retribuita è bene che l’Influencer dichiari la sua collaborazione con la Onlus in questione, per assicurare una maggiore trasparenza con il proprio pubblico e rispettare le linee guida definite nella Digital Chart di IAP.

Esistono però organizzazioni più piccole che non dispongono di grandi fondi per le proprie campagne di marketing, ma ciò non preclude loro la possibilità di sfruttare comunque il potenziale degli Influencer o meglio dei micro-influencer. Attraverso un’attività di outreach ben strutturata è possibile presentare il proprio progetto e diffonderlo presso una rete di Influencer longtail più ampia possibile, in questo modo si potranno comunque avere buone chance di diffondere in maniera capillare il proprio progetto e ottenere i risultati sperati.

Per una campagna charity di successo, bisogna tenere a mente due aspetti importanti:

  • scegliere Influencer in target. Non ci stancheremo mai di ripetere che è fondamentale selezionare Influencer che condividano i valori del proprio Brand. Questo vale per tutte le tipologie di aziende, incluse le attività non-profit. In questo caso, essendo le tematiche trattate molto delicate, è importante rivolgersi a persone che abbiano la giusta sensibilità per affrontarle e che siano in grado di dare il loro contributo reale e autentico.
  • Realizzare un brief dettagliato. È importante fornire un brief che spieghi quali sono i valori su cui si fonda la tua organizzazione non-profit e che presenti in maniera concreta i progetti che si possono sostenere attraverso la tua attività. Il messaggio sarà ancora più efficace se gli Influencer avranno a disposizione numeri, foto e testimonianze reali da condividere.   

L’iniziativa di Buzzoole con Burkina Kamba

Natale si sa, è il periodo più adatto per realizzare campagne a sfondo benevolo e anche noi di Buzzoole abbiamo deciso di fare la nostra parte destinando il budget dei regali di Natale ad alcuni progetti in Burkina Faso attraverso Burkina Kamba, un gruppo di amici che opera nell’ambito di Bambini nel deserto ONG-Onlus. Perché abbiamo scelto proprio questo gruppo? L’idea è nata dall’esperienza del nostro Managing Director Italia Giovanni Scarduelli, che ha recentemente partecipato, a titolo personale, ad un viaggio in Burkina Faso, dove ha potuto portare il suo contributo concreto ad alcune comunità sostenute dall’ONG. I suoi racconti e le sue foto ci hanno profondamente toccato, per questo abbiamo deciso anche noi di finanziare due progetti dell’associazione. Il primo progetto riguarda la cooperativa femminile del villaggio di Raguegma a cui doneremo i mezzi per avviare una propria attività di allevamento di pollame, fornendo anche vaccini e la consulenza di un veterinario. Il secondo progetto è per un’altra cooperativa femminile, quella del villaggio Lilbouré. Il progetto permetterà loro di potenziare le attività di commercio di generi vari durante la stagione secca, come: burro di karité, arachidi, abbigliamento per bambini e ortaggi. Entrambi i progetti hanno lo scopo di avviare delle attività redditizie che aiutino il sostentamento della comunità e permettano la scolarizzazione dei bambini dei villaggi.

Vogliamo che altri progetti come questi possano ricevere il sostegno necessario, per questo, oltre al nostro contributo aziendale, abbiamo anche attivato la nostra community di Influencer a partecipare pro-bono alla diffusione dell’iniziativa attraverso i social.

Se anche tu vuoi supportare le iniziative di Burkina Kamba puoi farlo attraverso questa pagina. Unendo le forze possiamo dare un aiuto concreto e donare un sorriso a chi questo Natale sarà meno fortunato di noi.

Aiutaci a diffondere il messaggio e buon Natale da Buzzoole!

gianluca perrelli

Inserito da Forbes nella classifica dei top 100 manager italiani del 2021, Gianluca Perrelli è un imprenditore con oltre 20 anni di esperienza passati tra lancio e sviluppo di note iniziative imprenditoriali digitali come Kiver -primo Influencer network in Italia- poi ceduto a Mondadori. Gianluca è autore del libro “Homo Influencer”. Oggi è CEO di Buzzoole, membro del CdA di Luisa Via Roma, mentore dell’incubatore I3P di Torino, e docente del master “Influencer & Celebrities” alla Luiss Business School.

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