La Creator Economy nata nel contesto del web 2.0 sta portando meno benefici del previsto agli influencer. Si inizia a parlare delle nuove tecnologie del web3 finalizzate a dare più potere e controllo a creator e brand. Il nostro ultimo white paper vuole portarvi dentro le trasformazioni che stanno cambiando a fondo la Creator Economy per traghettarla verso la Community Economy.
Il nostro racconto parte dall’analisi delle mutazioni che hanno coinvolto gli influencer in questi anni, facendoli diventare prima creator e media, poi, ambassador e infine co-produttori di contenuti. Oggi gli influencer più sofisticati vengono coinvolti dai brand nel loro processo produttivo: nella fase di co-creazione di un prodotto o di un servizio, nell’esplorazione di nuove opportunità commerciali, nella creazione di contenuti che troveranno posto sui canali aziendali.
Intanto l’economia che ruota attorno a loro si caratterizza, sempre più, dal fiorire di nuove opportunità di monetizzazione del proprio lavoro: le partnership, gli abbonamenti, le donazioni, le affiliazioni commerciali, la vendita diretta di beni e servizi, i fondi stanziati dalle piattaforme.
Nonostante ciò, la distribuzione del denaro non è delle migliori. Solo poco più del 10% riesce a guadagnare oltre 100.000 dollari l’anno e la metà non supera i 10.000. C’è qualcosa che non va nel modello di web che abbiamo costruito fin qui. Internet doveva essere una terra di opportunità per i produttori di valore, ma in realtà i vantaggi economici sono rimasti nelle mani dei gatekeeper più potenti, le piattaforme digitali.
Come dare più vantaggi ai creator? La prossima evoluzione di internet, il web3, potrebbe correggere le storture del modello attuale? Abbiamo provato a capirlo nel white paper che vi proponiamo, esplorando, con un linguaggio chiaro, le potenzialità di token, community, DAO e blockchain. Non solo per i creator, ma anche per i brand.
Cover photo: Ivan Samkov | Pexels