Io amo fare formazione, ma amo farla dal vivo, perché mi consente di crescere insieme ai miei allievi, mi costringe e spinge a migliorare l’approccio alla professione e a ricordare che, in un modo o nell’altro, siamo sempre in fase di sviluppo e c’è sempre qualcosa da imparare.
Ultimamente tra eventi, webinar, lezioni individuali e corsi in aula sto parlando del mio lavoro in continuazione, e mi sono reso conto che c’è proprio tanto da dire, perché fare il blogger non vuol dire creare un blog e mettersi a scrivere, ma diventare un professionista dello storytelling verticale, e mica ho detto cotica.
Quando i fantastici amici di Buzzoole mi hanno invitato a scrivere per loro ho pensato che fosse un’ottima occasione per fare formazione a chi, attraverso la piattaforma da loro creata, decide di prendere parte ai brief delle aziende e produrre contenuti da pubblicare sui propri blog.
Com’è giusto che sia, però, dobbiamo partire proprio dalle basi, e procedere per step, quindi abbiamo costruito un calendario editoriale che mi consentirà di fare una sorta di mini corso di blogging a puntate qui su Buzzoole.
Come si dice, senza basi non si costruiscono le altezze, quindi iniziamo dalla fatidica domanda: perché dovrei aprire un blog?
Perché creare un blog
Per rispondere a questa domanda è necessario fare una premessa, e mettere in chiaro una volta per tutte che il blogger non è uno scrittore, non ha velleità artistico-letterarie e non deve scrivere di tutto.
Il vero blogger è un professionista con competenze specifiche in un settore preciso che, grazie ad una predisposizione e attitudine alla scrittura, il desiderio di divulgare informazioni, un ego spropositato (perché siamo egocentrici, è inutile mentire) e un pizzico (o una “vrancata”) di presunzione, si mette in gioco per produrre contenuti di buona qualità, utili per l’utente finale.
Un blog deve affrontare un argomento specifico, o un insieme di argomenti legati ad un topic centrale, e contenere articoli verticali. In pratica, tanto per essere chiaro, devi immaginare il blog come la navata di una chiesa romanica, con una forma a croce, quindi con le braccia più corte rispetto al corpo.
Le braccia rappresentano l’area di competenza, il settore nel quale operi, la tua nicchia, mentre il corpo rappresenta i contenuti, che si sviluppano appunto in verticale, per cercare di approfondire quanto più è possibile l’argomento, in modo da lasciare il lettore soddisfatto.
Detto questo, vediamo un momento per quale motivo dovresti creare un blog. Essenzialmente esistono due ragioni di base, che poi si sviluppano (anche loro) in verticale, e sono le seguenti:
- Ti trasforma in un professionista migliore, più appetibile per il mercato del lavoro nel tuo settore, ma anche in una persona migliore, perché lavori sulla passione;
- Porta evidenti benefici al tuo business, aumentando la capacità di attrarre traffico e lead, quindi potenziali clienti.
Vediamo questi due punti un po’ più nel dettaglio.
Il blog ti rende migliore
Sono sincero, a me i post motivazioni da life coach fanno cagare, ma cagare davvero, però quando si tratta di blogging non si può non lavorare sulla pancia, sull’emozione, sull’empatia, sulla crescita personale.
Sai perché? Perché non si diventa blogger per mancanza di alternative, si diventa blogger perché si ha un fuoco dentro che non si vuole più soffocare, e quando c’è la passione a muovere una persona c’è solo un limite: l’orizzonte.
Creare un blog e iniziare questa avventura ti assicuro che ti renderà una persona migliore, e un professionista migliore, ma se vuoi proprio un listone di ragioni per le quali ti consiglio di farlo, ti accontento subito.
Ecco 20 ragioni valide per le quali vale la pena creare un blog:
- Ti costringe ad aggiornarti e imparare nuove cose;
- Ti spinge a riflettere con più attenzione;
- Ti aiuta a scrivere meglio;
- Aiuta l’autostima;
- Ti aiuta a parlare più correttamente;
- Può trasformarsi in una fonte di reddito (diretta o indiretta);
- Può accrescere la tua reputazione;
- Ti aiuta a costruire una audience;
- Ti consente di aiutare altre persone;
- Può influenzare gli altri;
- Rafforza la disciplina;
- Accresce la tua credibilità;
- Può condurti ad una pubblicazione editoriale;
- Può procurarti ingaggi come speaker;
- Può procurarti richieste di consulenza;
- Rafforza il tuo curriculum;
- Non presuppone grosse competenze tecniche di partenza;
- È una sfida continua;
- È gratis (o quasi).
- Rende felici!
Ora che ti ho ispirato e motivato, vediamo un po’ di andare nel concreto e capire se il blogging fa guadagnare dei bei soldini a fine mese, altrimenti col cazzo che le paghi le bollette con le motivazioni.
Il blog converte
Quante volte mi sono sentito dire che il blogging non è un lavoro, tutt’al più un hobby, come collezionare le schede telefoniche della SIP oppure i tappi dei succhi di frutta con le bandiere di tutto il mondo, e quando succede io gli dico che con il mio hobby fatturo a fine mese, mentre lui con il suo al massimo ci riempie la cantina (e vaffanculo!).
Il blogging è una professione, tra l’altro con altissima concorrenza, spesso anche spietata, e per emergere devi farti il mazzo a tarallo e buttare il sangue. Però, serve, eccome se serve.
Non lo dico io, sia chiaro, lo dice Hubspot, mica il blog di Giggetto.
- I marketer del settore Business to Business che usano il blog aziendale ricevono il 67% di lead in più rispetto a chi non lo usa;
- Il 44% di chi fa acquisti online inizia la propria ricerca dai motori di ricerca;
- Le aziende che lavorano sulla pubblicazione di articoli sul proprio blog ricevono il 92% di link in più;
- Il blog è molto utile per convincere il lead ad acquistare il prodotto/servizio spinto sulle landing page;
- I blog possono posizionarsi alla grande se lavori bene con l’ottimizzazione SEO;
- Le visite aumentano del 55%;
- Il content marketing è importante per portare avanti una buona strategia di inbound marketing;
Come vedi, qui c’è tanta ciccia, altro che chiacchiere, coccole e unicorni rosa. Il blog, inserito all’interno di una strategia di inbound e content marketing, può fare davvero la differenza tra una azienda che cresce e una che crolla.
Apri un blog, e ti assicuro che la tua vita personale e professionale cambieranno radicalmente, ma Roma non è stata costruita in un giorno, quindi armati di pazienza e tanta buona volontà, altrimenti non andrai da nessuna parte.
Per la seconda lezione clicca qui: “A cosa serve un blog”
Ci vediamo al prossimo appuntamento qui su Buzzoole. Grazie!
Nooo Francesco, mi dispiace vederti qui a contribuire con i tuoi ottimi contenuti a questo progetto sul quale secondo me c’è ancora poca chiarezza e correttezza. Io sono stato tra i primi a parlarne bene, ma ora comincio ad avere dei seri dubbi su Buzzoole. E’ già la seconda volta che partecipo ad una loro campagna, perdendoci un bel po’ di tempo e poi in modo abbastanza scorretto cambiano data di scadenza o condizioni di pubblicazione e alla fine non riconoscono nemmeno i credits promessi… A me sembra una grossa grassa presa in giro. Ok a provarla, ma state allerta Blogger!
Ciao Armando, mi permetto di risponderti in merito al tuo commento. Mi dispiace molto che tu non sia soddisfatto di Buzzoole. Facendo un piccolo controllo mi sono resa conto che non hai completato l’attività prevista per ottenere crediti, purtroppo sai che il nostro sistema di attribuzione credits è automatico e non sempre è possibile seguire tutti i publisher di persona (in questo caso per ricordarti che mancava un tweet). Ti contatterà a brevissimo qualcuno del nostro reparto campaigns management, anche per chiarire qualunque tuo dubbio su deadline di campagna e simili. La tua opinione conta tanto e spero che, a cose chiarite, riusciremo a fart cambiare idea 🙂
Ciao Claudia, intanto grazie per il tuo feedback. Ho poi parlato anche con la tua collega per spiegare più nel dettaglio cosa mi ha “infastidito” dei due casi che mi sono accaduti.
Parto però dall’assunto che il lavoro che facciamo per voi in qualità di Influencer e Blogger ha secondo me un importante valore, non è un banale “pubblico un contenuto che mi viene fornito sul mio network”. Chi aderisce mette a vostra disposizione i propri canali, il proprio network, il proprio tempo, la propria creatività e non ultimo la propria faccia e reputazione (ma direi che c’è in più anche un aspetto emotivo che non può essere tralasciato).
Quindi a mio avviso ogni singolo partecipante necessita di un’attenzione particolare da parte vostra ed anche di una certa dose di rispetto (dato che vi viene concesso di invadere temporaneamente la propria sfera sociale).
Insomma il confine tra “persona” e “numero” sul web è molto labile, ma nel vostro caso dovrebbe essere sempre ricordato perchè chi presta la propria “voce” per comunicare/promuovere un brand secondo me non lo fa mai con totale leggerezza e disinvoltura.
Tornando quindi al fatto specifico (il primo dei due, quello che hai citato, per non annoiarvi), il vedersi annullare tutto il lavoro/tempo/creatività/coinvolgimento emotivo per non essere riuscito a pubblicare l’ultimo di 20 tweet (avendo anche anticipato la scadenza in corso di campagna) sinceramente mi sembra una sonora presa per il culo.
Ma al di là del caso specifico, che alla fine mi interessa poco (quando è successo ho lasciato subito correre), c’è qualcosa nella meccanica generale che continuava a non tornarmi (e l’ho maturata nel secondo “incidente”).
Credo infatti che si debba fare ancora uno sforzo per migliorare l’attribuzione dei crediti, muovendosi nella direzione di un maggior rispetto per l’impegno dei partecipanti blogger e influencer (che è per voi un grande valore ma anche un fattore critico).
La butto lì… basterebbe implementare un sistema che assegni ad ogni singola attività di una campagna un valore specifico, in base anche all’impegno richiesto, in modo che anche se per qualsiasi ragione (errore nel brief, dimenticanza, imprevisto) non si riesce a completare tutte le attività, quanto fatto (sul quale comunque i vostri clienti ne traggono beneficio… visibilità, link(seo), clic, etc) venga comunque riconosciuto al blogger.
Per es. la campagna prevede 1 articolo sul blog (40C), 1 tweet (5C) e 1 post su fb (5C) per un totale di 50 crediti, se non riesco a pubblicare il mio ultimo post sul fb, mi vengono comunque accreditati 45 crediti e soprattutto non mi sento preso in giro per aver dedicato il mio tempo e la mia “voce” per nulla.
Ultimo consiglio da amico: proprio prchè avete a che fare con persone che vivono in modo attivo il web, pf rispondete sempre alle mail di chiarimento (e possibilmente con una risposta vera e pertinente).
Spero che i miei feedback possano aver reso ora più comprensibili i miei dubbi su Buzzoole, e magari esservi in qualche modo di aiuto per migliorare il vostro progetto 😉
Ciao Armando, innanzitutto ti ringrazio moltissimo per il tuo feedback e per aver dedicato del tempo a questo scambio di idee. Come ti ho già detto, il tuo parere conta molto, implementiamo la piattaforma giorno dopo giorno e le tue osservazioni sono preziose e rilevanti. La strategia di attribuzione crediti che hai suggerito è interessante e ne parleremo internamente 🙂 Per quanto riguarda il rapporto meno automatizzato e più “one-to-one” con gli influencer posso dirti che le nostre campaign manager fanno di tutto per cercare di stare vicino a ciascuno di voi. Ci mettiamo tutte le nostre forze, campagna dopo campagna, ma siete circa 90 mila.. credo capirai che è un po’ inevitabile che qualcosa sfugga, soprattutto su campagne con deadline abbastanza strette, e che sia quindi l’automatizzazione ad andare da sé per aiutarci. Speriamo comunque di vederti ancora su Buzzoole. Grazie e a presto!
Mi dispiace se hai avuto problemi, ma sono sicuro che i ragazzi riusciranno a trovare una soluzione perché sono in gamba, e hanno voglia di crescere e migliorare.
A me piace questa realtà e sono onorato di poter collaborare con loro, anche se con un semplice post sul blog.
A presto e grazie di aver letto l’articolo.
Ciao Francesco
Mi riconosco in tutti i 20 punti motivazionali che hai elencato. …e Buzzoole mi aiuta a concretizzarli!
Grazie per le info sempre molto interessanti
Grazie a te Giorgia, sono felice che ti sia piaciuto l’articolo.