Dopo aver analizzato l’impatto della pandemia del Covid-19 sulle diverse generazioni, abbiamo dedicato un intero BuzzTalks alla Generazione Z grazie all’esperienza di Alessandro Gatti, CEO di ZooCom. Con lui abbiamo analizzato i nuovi dati su attitudini e abitudini di consumo della Gen Z, riflettendo sulla chiave di comunicazione più adatta a catturare la loro attenzione.
Gen Z: qual è l’Identikit, e come hanno vissuto lo scenario Covid?
La Z è una generazione nata in piena era digitale, quando la tecnologia era già molto presente nella nostra quotidianità. Parliamo di coloro che hanno dagli 8 e ai 23 anni di età, già protagonisti consapevoli del mercato con le loro decisioni di acquisto. Durante questa crisi sanitaria hanno dimostrato grandi capacità di adattamento e sfruttato al massimo le opportunità che il mondo digitale ha da offrire.
Nonostante ciò non hanno abbandonato i vecchi media. Da una survey di ZooCom è emerso che quasi il 90% dei ragazzi ha scelto la televisione come fonte autorevole per seguire gli aggiornamenti sulla pandemia.
Per quanto riguarda l’umore prevalente, il 47% ha dichiarato di sentirsi più “triste”. Allo stesso tempo il 40% ha risposto che la prima cosa che avrebbe fatto al termine del lockdown sarebbe stato un aperitivo con gli amici.
Dati interessanti anche sul mondo della scuola: il 42% ha affermato che la qualità delle lezioni è peggiorata; facendo un focus sui maturandi, il 30% pensa che il voto dell’esame di maturità sarà molto influenzato dalla “situazione”, e il 60% di questi si è dimostrato “preoccupato”.
Quali sono le caratteristiche e i tratti distintivi di una comunicazione per la Gen Z?
Dietro questa generazione c’è il costante bisogno di sentirsi parte di qualcosa, di fare community. Proprio per questo frequentano maggiormente social media come Twitch, TikTok, YouTube e Snapchat, piattaforme che stanno dimostrando di avere terreno fertile per la nascita e soprattutto per la crescita di visioni collettive e community di giovani.
In termini di comunicazione è una generazione allergica a un certo tipo di comunicazione “ruffiana” e “omologata” come quella adottata da vari brand durante la fase pandemica.
Sicuramente la Generazione Z apprezza molto di più la verità che la retorica. Molto meglio prendere posizione, in maniera più semplice e più vicina ai loro interessi, al loro linguaggio, magari raccontando l’essenza, l’autenticità del Brand.
Caratteristica di una comunicazione che durante la fase pandemica abbiamo ritrovato anche negli influencer e nel modo in cui hanno rafforzato il rapporto fiduciario con il pubblico. Secondo Alessandro Gatti, i ragazzi preferiscono seguire attivamente influencer con cui pensano di poter avere un rapporto un po’ più “reale” piuttosto che “celebrità inarrivabili” che si limitano comunque a seguire passivamente.
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