Quanti sono gli influencer e dove posso trovarli?

Voglio tornare a parlare di influencer, e non perché io sia innamorato dell’argomento che quindi non possa farne a meno, ma semplicemente per il fatto che è un argomento davvero ampio. Terribilmente ampio.

Abbiamo già parlato di che cosa sia necessario avere per essere definibili influencer in termini generali, in questo articolo, ovvero credibilità, verticalità e reputazione ma sappiamo benissimo che posso essere credibile quanto voglio ma se mi leggono in 4 allora NON sono un influencer.

 

Da qua mi è venuta l’idea di scrivere questo articolo in cui spiegare dove si trovano questi dannati personaggi e, percentualmente, quanti potrebbero essere rispetto alla totalità delle persone presenti in un determinato settore.

Allora, per capire quello di cui stiamo parlando dobbiamo prima parlare di innovazione, e di esprimerne il concetto in modo chiaro capendone le dinamiche.

Anzi, partiamo da un concetto più semplice, ovvero dal concetto di novità. Dice l’enciclopedia Treccani che nuovo significa

“La condizione o la qualità di essere nuovo, di essere cioè fatto, concepito o conosciuto per la prima volta o da poco, o di presentarsi in modo diverso da quello noto o usuale, e perciò anche, spesso, con aspetto o con carattere originale, insolito, oppure strano, singolare”.

Ora, è evidente che una novità, in quanto strana oppure singolare oppure mai vista prima non è facile da accettare per tutti e attenzione, non si tratta di sentirsi o meno degli innovatori, perché tutti lo siamo in alcuni campi e non lo siamo per nulla in altri settori.

Per esempio, tutte quelle che sono le novità della moda a mio avviso sembrano bizzarre et estremamente strane, quindi non sono certamente uno che si veste all’ultima moda. Allo stesso modo le novità in ambito culinario, cioè i nuovi modi di cucinare, spesso mi irritano perché trovo che vadano contro a una tradizione che io penso (penso, non so) sia il meglio ottenibile.

Al contrario, tutto quello che è tecnologico o digitale mi piace un sacco e tendo ad usare le cose nuove appena arrivano, prima degli altri, per testarle e per divertirmi.

Morale della favola, chi si occupa di moda è innovativo e quindi un primo adottatore delle nuove mode ma forse non di tecnologia e così via.

Quindi tutti noi siamo e non siamo innovatori. Questo è chiaro?

Bene, allora guardate questo grafico:

Curva di adozione di Rogers

Quella che vedete viene chiamata curva di adozione di Rogers, poi mutuata anche da Seth Godin in curva di adozione delle idee. In pratica ci mostra come le persone, tutte le persone, sono suddivise in alcune categorie (ovviamente abbiamo visto, dipende dalla categoria, dove ci troviamo noi) che rappresentano l’adozione di una novità, non solo tecnologica.

Le persone, il mercato, noi tutti, siamo suddivisi in questo modo:

  • Innovatori (2,5%)
  • Primi adottatori (13,5%)
  • Maggioranza precoce (34%)
  • Maggioranza tardiva (34%)
  • Tardivi (16%)

Se dobbiamo parlare con qualcuno che influenzi qualcun altro, con chi dobbiamo parlare?

Ora, so che molti di voi diranno (o direbbero) con gli innovatori: in fondo sono loro a fare partire le idee per prime e a fare sì che le persone poi, in seguito, adottino quello che loro stessi hanno pensato per primi. Ma ne siamo certi?

Pensiamoci un attimo: se il successo di un prodotto o servizio è dovuto alla maggioranza precoce e tardiva, ossia a circa il 70% del mercato, siamo sicuri di essere in grado (se ci troviamo in quel 70%) di capire ed interpretare in modo corretto quello che viene espresso e comunicato dagli innovatori? Io dubito, fortemente.

Se Bottura, che è il miglior cuoco al mondo, mi propone la spuma di mortadella io non sono in grado di gustarla appieno perché non ho le basi “tecniche” e il background culturale per capire di cosa stiamo parlando.

Siamo arrivati al punto, ed è questo: la maggioranza, precoce o tardiva che sia, ha bisogno di qualcuno che spieghi le cose in modo il più semplice e soprattutto comprensibile possibile! Ognuno di noi è “esperto” in qualcosa ma non lo è per nulla in molte altre cose, va da sé che non è l’innovatore che arriva a tutti, o a tanti, ma è il primo adottatore, ovvero quello che riesce a giudicare un prodotto e un servizio, pur non essendo un tecnico ma essendo comunque curioso e ferrato in un argomento.

È quello che potremmo definire gatekeeper… ma di questo parleremo nel prossimo post 😉

Per oggi ci basti sapere che i nostri influencer non sono per forza di cose innovatori, ma anzi, sono “primi adottatori” in grado di fare da legante tra gli innovatori e la massa critica. I nostri influencer sono il 13% della popolazione globale.

A social influencer, journalist and web consultant, with particular attention to the world of social media and what sometimes is improperly defined as “unconventional marketing.”. Get in touch with him at @RudyBandiera

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