Che cos’è il Metaverso? Non è facile rispondere precisamente perché non c’è accordo sulle definizioni, ma non appena è stato evocato da Mark Zuckerberg ha acceso la fantasia di aziende, influencer, innovatori.
Secondo un recente rapporto della banca d’affari JP Morgan, il metaverso diventerà un mercato da 1 trilione di dollari di revenue annuali.
Proviamo a capire quale forma potrà prendere questo luogo immaginario e quali possono essere le opportunità per brand e creator.
3 idee di metaverso
L’idea più futuristica di metaverso è quella che lo considera come la prossima evoluzione di internet. Una rete non di pagine web, ma di luoghi immersivi, interconnessi e interoperabili, nei quali sarebbe facile accedere e passare da un ambiente ad un altro senza doversi autenticare ogni volta. Un insieme di mondi che dovrebbero permettere esperienze live, non avere limiti di partecipanti ed essere persistente (se taglio un albero nel metaverso, al mio prossimo accesso non dovrebbe ricomparire intatto come accade nei videogame). Gli ostacoli per la realizzazione di questa nuova infrastruttura sono enormi e richiedono il lavoro di molte aziende ed enti regolatori.
Un’ipotesi di metaverso più alla portata è quella caldeggiata dalle aziende che stanno scommettendo sulla realtà aumentata (come Niantic, creatrice di Pokémon Go, Snap, Apple). Per loro il metaverso non è una realtà sintetica, ma il mondo che vediamo, arricchito da oggetti e informazioni digitali che si sovrappongo alla nostra visione. Oggi le esperienze di realtà aumentata sono possibili attraverso la mediazione di uno smartphone, ma l’obiettivo è quello di arrivare alla produzione di occhiali che rendano visibile questo strato informativo digitale al momento del bisogno.
Infine, l’idea più accreditata di metaverso è quella che lo fa coincidere con luoghi tridimensionali digitali nei quali fare esperienze immersive. Il pensiero va immediatamente alle tecnologie di realtà virtuale che permettono un livello di realismo molto elevato perché permettono di creare mondi accessibili attraverso dispositivi specifici (si stima siano più di 10 milioni i visori Oculus venduti dal leader di mercato Meta). Ma oggi il termine metaverso è anche usato per descrivere degli ambienti ai quali si accede semplicemente con un browser. Tra questi Spatial, Decentraland, The Sandbox, Roblox, Fortnite, Minecraft e l’italiano The Nemesis.
Opportunità per brand e influencer
Queste piattaforme già attraggono milioni di utenti, early adopter e spesso giovanissimi, un target sempre più sfuggente e difficile da intercettare sui social media. Ad esempio, Roblox vanta oltre 50 milioni di utenti attivi giornalieri (soprattutto di età compresa tra 9 e 14 anni), mentre Fortnite ha circa 25 milioni di utenti attivi al giorno (per lo più tra i 18 e i 24 anni).
Quelle che nascono come piattaforme di gioco ed intrattenimento, si stanno trasformando sempre più in luoghi di socializzazione. Ecco perché molti grandi brand li stanno già sperimentando. Gucci ha creato un giardino/installazione dentro Roblox che gli utenti potevano visitare con un avatar che assorbiva i colori degli angoli visitati. Balenciaga, Nike, Moncler, invece, hanno scelto Fortnite per mettere in vendita i loro capi iconici per vestire gli avatar dei giocatori.
Questa trasformazione da ambienti di gioco a luoghi di incontro, è percepibile anche dalle parole degli influencer. Secondo una recente survey IZEA, circa il 70% degli influencer statunitensi crede che il metaverso rimpiazzerà i social media e il 56% già partecipa a qualche forma di esperienza nel metaverso (contro il 46% degli utenti dei social media). Inoltre il 60% dei creator già si vede come protagonista nel metaverso per la creazione e promozione di esperienze e oggetti digitali (in formato NFT).
Se gradualmente sempre più persone lasceranno i social media per immergersi in mondi più coinvolgenti, i brand e gli influencer farebbero bene ad interrogarsi già da ora su come poter essere parte di questo nuovo web. Quel che è certo è che i creator conserveranno il loro ruolo di ponte tra brand e consumatori, solo che lo faranno attraverso un avatar.
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