Con Stefano Chiarazzo (Reputation Advisor e autore di “Social CEO”) e Renato Sciarrillo (Government Relations & GDPR Leader di P&G Italia) abbiamo dedicato un’intera puntata di BuzzTalks ad approfondire l’opportunità che hanno i manager nell’utilizzare i social media per rafforzare la reputazione personale e aziendale.
Chi è il Social CEO, e con quali difficoltà si misura nell’affrontare la comunicazione?
Durante l’emergenza pandemica abbiamo visto imprenditori e top manager portarci letteralmente a casa i valori di marca, spesso accompagnandoli con coraggiose promesse di impegno sociale. Una comunicazione che evidenzia il cosiddetto “purpose”, l’obiettivo non meramente economico che ha l’azienda.
Un Social CEO oggi è soprattutto un opinion leader capace di innestare conversazioni online, ma anche offline, rivestendo un ruolo centrale nella costruzione e la difesa della reputazione del brand.
I Social CEO ci mettono la faccia, soprattutto sul digitale, rivelandosi un’opportunità per raggiungere efficacemente tutti i pubblici esterni e interni all’azienda. Certo, questa esposizione in prima persona può determinare una serie di benefici, ma anche rischi in termini di reputazione personale e aziendale.
In equilibrio sulla sottile linea tra esposizione online e crisi di comunicazione
Tra i vari consigli emersi durante questo BuzzTalks, abbiamo visto che fare il manager in un mondo social richiede il saper bilanciare l’equity aziendale con quella personale. Infatti, la personalità spesso carismatica di un leader e la comunicazione funzionale alla costruzione e alla difesa dei valori del brand non sempre stanno bene sotto lo stesso tetto.
Presidiare i social media significa soprattutto imparare a stare online secondo le grammatiche specifiche del social che si utilizza. Per questo disporre di un team di comunicazione professionale può certamente aiutare un Social CEO a far fronte alle novità dei social e alle possibili insidie.
Un social leader deve tendere alla visibilità, puntando soprattutto sulla credibilità. In sintesi deve diventare una sorta di influencer, non per vendere i prodotti dell’azienda, ma per promuoverne i valori. Un ruolo, questo della diffusione di messaggi sociali, che viene riconosciuto anche agli influencer propriamente detti, come abbiamo esaminato in un post precedente.
Per tutti gli esempi e gli altri spunti di riflessione emersi puoi rivedere l’intera puntata.
Scopri se ti sei perso qualche precedente BuzzTalks nella raccolta video.