Da diversi anni si sente parlare sempre più spesso di Bitcoin, Ethereum e criptovalute in generale, fenomeni che non possono più essere ignorati. Secondo il World Economic Forum, il valore totale dei Bitcoin nella blockchain (la tecnologia che consente di tenere traccia delle transazioni realizzate in criptovalute) vale ad oggi circa 20 miliardi di dollari. Stando alle previsioni, da qui al 2027 il 10% del prodotto interno lordo mondiale assumerà questa nuova forma e ciò avrà delle importanti implicazioni per i marketer che inevitabilmente dovranno iniziare a includere anche le criptovalute nelle loro strategie per sfruttarne le potenzialità. Inoltre, l’ascesa di queste valute potrebbe fare da apripista ad altri tipi di monete digitali basate sul social engagement e sull’audience.
Probabilmente non ti è mai capitato di pensare all’impatto delle blockchain nel mondo del marketing digitale, ma è un dato di fatto che la tecnologia sta occupando uno spazio sempre maggiore nel settore finanziario, il che porterà a un aumento del numero di applicazioni e di piattaforme che adotteranno l’uso delle criptovalute e delle blockchain.
Inoltre è verosimile pensare che a breve i marketer inizino a vendere servizi via blockchain, o una tecnologia simile, utilizzando un mix di valute reali e criptovalute.
Un impatto che va oltre le transazioni finanziarie
Alcune aziende stanno già mostrando un modo di pensare fuori dagli schemi, utilizzando i protocolli delle blockchain in maniera diffusa. Un esempio sono coloro che vendono spazi pubblicitari includendo la tecnologia delle blockchain per verificare e ottimizzare la deliverability delle campagne di adv e per aumentare la trasparenza degli ad network.
Un esempio di questo genere è l’adChain di MetaX che fornisce un protocollo per creare connessioni sicure per vendere e comprare spazi pubblicitari con i suoi token, ovvero monete virtuali contenenti dei dati aggiuntivi che rappresentano il valore del consumatore all’interno del network. Questo sistema permette di effettuare operazioni in sicurezza e di tracciare in maniera trasparente le impression grazie alla crittografia.
Un altro esempio è MadHive, una piattaforma che consente ai publisher e ai brand di creare target audience su vari canali e tipologie di dispositivi, utilizzando una tecnologia basata su blockchain.
In un’intervista a VentureBeat, La CMO di MadHive, Stacy Huggins, ha affermato che per ogni dollaro speso sul digitale, un advertiser può ottenere un ritorno di circa 0,44 dollari. La principale ragione di un ROI basso è la presenza di intermediari che ormai ha permeato l’ecosistema digitale ed è per questo che MadHive si pone tra gli obiettivi quello di aiutare i publisher ad ottenere più valore con l’aiuto delle blockchain.
Questa tecnologia può essere infatti applicata per far sì che gli advertiser non debbano pagare cifre “gonfiate”, ma solo le impression e i click reali. Di conseguenza, se la blockchain è in grado di verificare che gli utenti abbiano un interesse reale verso l’ad network, gli advertiser e i publisher non avranno più bisogno di un’autorità centrale come Google o Facebook per regolare il loro rapporto. Ciò significa che in uno scenario futuro sarà possibile rimuovere gli intermediari permettendo così un potenziale risparmio per le parti coinvolte.
Di seguito una rappresentazione grafica di questo processo:
Le aziende stanno prendendo la strada delle blockchain perché l’auditing decentralizzato è conveniente e funziona senza grandi complicazioni. Un ad network potrebbe infatti attivare ad delivery da un server centrale e poi inserirle in dei sistemi di mining che fanno parte della blockchain per analizzarle e controllarne la qualità.
Scenari futuri: le social currency
Proprio come i Bitcoin potrebbero rimpiazzare le valute tradizionali e la tecnologia che ne sta alla base sta trasformando i meccanismi del marketing, pensiamo che un possibile scenario futuro possa essere quello in cui la reputazione online potrà essere più importante del denaro stesso. Sebbene questo possa sembrare uno scenario alla Black Mirror, sembra esserci già terreno fertile per trasformare follower ed engagement nella nuova social currency.
Questo avviene ad esempio nell’Influencer Marketing, in cui sebbene non sia sempre coinvolto del denaro, l’influenza sociale rappresenta comunque un asset di valore per la realizzazione di collaborazioni proficue per le parti coinvolte.
Rachel Botsman, nel suo Ted Talk intitolato “La valuta della nuova economia è la fiducia”, parla di quel concetto ancora nuovo nel 2012, chiamato “community currency”. Negli esempi riportati dalla Botsman vi è quello di un host di Airbnb, il quale ha effettivamente notato come il suo ottimo punteggio lo abbia aiutato nell’ottenere molti ospiti, dimostrando così come la fiducia delle persone lo abbia premiato. Un sistema simile è quello di TaskRabbit, in cui un “SuperRabbit” (ovvero una persona con il punteggio più alto), ha notato di avere molta più probabilità di vincere un’asta, e quindi di poter farsi pagare di più, con il migliorare della sua reputazione. Ciò vuol dire che la reputazione online di queste persone si è trasformata in valore nella vita reale. La Botsman si chiede inoltre se fosse possibile trasferire questa reputazione da una community all’altra. Se la tua fiducia è acclarata su una piattaforma potresti usarla anche su altre piattaforme o dovresti ricominciare da zero? Se fosse trasferibile, si potrebbe pensare a uno scenario futuristico in cui sarà possibile ottenere valore nel mondo reale a partire da un punteggio online. Questo tipo di sistemi permettono alle persone di ottenere denaro a partire da asset già esistenti (come case, appartamenti, ecc.) e la chiave che consente di portare avanti transazioni tra sconosciuti è proprio la fiducia. La Botsman parla di fiducia derivata da comportamenti nella vita reale, come è il caso di Airbnb e TaskRabbit, ma io mi spingerei oltre parlando anche di influenza online, che oggi ha un’importanza sempre più centrale, come dimostrato dal crescente fenomeno dell’Influencer Marketing.
Possiamo dire che in futuro si investirà sempre di più in questo tipo di economia in cui la reputazione online diventa una merce di scambio e in cui beni reali vengono scambiati per interazioni online, portando così la società a considerarle un’alternativa plausibile ai metodi di pagamento tradizionali.
Sebbene possa sembrare uno scenario ancora lontano, è certo che una strategia di marketing efficace debba stare al passo con gli ultimi sviluppi in ambito tecnologico.
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Ciao Gianluca, mi ha fatto veramente piacere leggere il tuo articolo, in quanto qui in Italia è veramente raro leggere articolo sulle criptocurrencies a sulla blockchain. In quanto all’uso “social” della blockchain ti posso dire che da circa un anno è mezzo è attiva una piattaforma social che si chiama steemit.com, proprio su blockchain, che utilizza un sistema di “remunerazione” basato su like (upvote), share (resteem) e reputazione dell’utente ^_^
Ciao,
grazie mille, mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto. La piattaforma che segnali sembra molto interessante, credo che potrebbe davvero essere l’inizio di un nuovo mercato basato sulle social currency.