L’Influencer Marketing si sta consolidando sempre più come una leva di marketing strategica per le aziende. Gli investimenti in questo settore nel 2018 si stimano in 3 miliardi di dollari e nel 2020 potrebbero raggiungere la cifra di 10 miliardi a livello globale, cifre fino a qualche anno fa assolutamente impensabili. Come in ogni ambito media, però, la crescita ha portato con sé anche fenomeni di distorsione del mercato. Ad esempio nel campo dell’advertising online abbiamo assistito al tentativo di alcuni attori di truccare il gioco creando sistemi per aumentare artificiosamente i numeri di visite, impression, click, e visualizzazioni di video.
Allo stesso modo oggi l’Influencer Marketing deve fare i conti con un mercato parallelo di soggetti che vendono e comprano follower, like, commenti e visualizzazioni non autentiche ed è costretto a difendersi per tutelare tutti gli attori in campo. Perché si è arrivati a questo punto? Il peccato originale di questa distorsione del mercato va ricercato nella tendenza degli addetti a lavori nel dare peso alle cosiddette “vanity metrics” ossia al numero di fan e follower accumulati da una pagina o profilo.
Ciò ha stimolato la ricerca di scorciatoie che consentissero di emergere dalla moltitudine e vendere le proprie attività ai brand, desiderosi di lavorare con gli influencer più popolari. Se fino a qualche tempo fa, però, i Brand consideravano l’Influencer Marketing in maniera marginale, oggi questa leva di marketing ha una rilevanza cruciale e per questo l’attenzione nei confronti dei fake follower e del fake engagement è aumentata notevolmente. L’impegno di una realtà consolidata come Buzzoole è quello di aiutare le aziende a salvaguardare la reputazione dei Brand che si affidano alla nostra esperienza per scegliere e coinvolgere i Creator in campagne di Influencer Marketing.
Per farlo abbiamo sviluppato un approccio “data-driven” che si concretizza in un solido sistema di analisi degli insight dei profili iscritti alla nostra piattaforma. Su questo tema si fonda “Combattere le frodi nell’Influencer Marketing“, white paper al quale abbiamo lavorato con l’obiettivo di chiarire gli aspetti principali di un argomento ancora oscuro.
Rispetto ad altre piattaforme e agenzie di Influencer Marketing, Buzzoole ha sfruttato un grosso vantaggio competitivo che risiede nella capacità di analizzare i cosiddetti “first-party data” ossia i dati reali di performance dei canali dei Creator forniti direttamente dai Social Media. Dati che fluiscono in tempo reale e che consentono di comprendere l’autenticità dei profili da coinvolgere nelle campagne.
Abbiamo provato così a chiarire quali sono i metodi fraudolenti utilizzati dai protagonisti di questo mercato parallelo e a condividere la metodologia utilizzata da Buzzoole per garantire la “brand safety” nelle attività di Influencer Marketing attraverso l’introduzione di indicatori del tutto innovativi come l’Health Score.
Puoi scaricare una copia di “Combattere le frodi nell’Influencer Marketing” da qui. Buona lettura!
Articolo molto interessante da leggere con attenzione