Se il 2015 è stato l’anno della maturità per l’influence marketing, il 2016 sarà quello del boom.
A dirlo non sono io ma diversi studi condotti negli ultimi mesi da diverse aziende specializzate.
Su questo blog se n’è parlato già in passato, ma giusto per citare qualche dato interessante possiamo ricordare lo studio di Nielsen che afferma che l’84% dei consumatori ritiene i consigli che provengono da persone fidate più importanti e influenti di quelli che arrivano dalla pubblicità. Anche Adobe conferma lo stesso trend in uno dei suoi ultimi studi.
Le pagine dei più importanti blog e giornali americani sono ormai strapiene di articoli dedicati all’influence marketing. Guide, strumenti e analisi riempiono da diverso tempo le pagine di Forbes, Inc., Business Insider e tanti altri.
E in Italia com’è la situazione?
Da qualche tempo a questa parte sembra che finalmente si sia sdoganata la parola “influencer”, anche se fa sempre un certo effetto nominarla.
Negli ultimi mesi diversi blogger nostrani hanno scritto sull’argomento. Riccardo Scandellari ha, come al solito, dato ottimi spunti di riflessione, analizzando il fenomeno sia in Italia che all’estero. Riccardo Esposito recentemente si è espresso spesso sull’argomento, mettendo in guardia le aziende a non approcciare l’influence marketing con superficialità e senza un piano definito.
Sempre più aziende italiane intuiscono la potenzialità dell’influence marketing, anche se non tutte sembrano aver capito l’importanza di una solida strategia alle spalle. C’è da aggiungere, inoltre, che mentre all’estero (soprattutto negli USA) anche le startup stanno puntando molto su questa forma di marketing, in Italia quasi nessuna startup ha adottato un approccio del genere.
I motivi sono tanti e parlando con diverse realtà nostrane mi sono reso conto che c’è sia un problema di scarsa conoscenza del settore e dello strumento, ma anche un limite dovuto ai budget risicati che le startup sono solite destinare al marketing.
In realtà con una buona strategia e l’utilizzo degli strumenti giusti, una campagna di influence marketing è alla portata anche di startup che non abbiano un reparto marketing dedicato.
Lungi da me l’idea di voler esaurire l’argomento in questo post, ci sono comunque delle linee guida per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Una serie di consigli (perlopiù best practice unite a buon senso) che possono esserti utili se con la tua startup stai approcciando l’influence marketing per la prima volta.
Crea un piano
Pianificare è fondamentale. Sempre!
Non iniziare a contattare persone se prima non ti sei fatto un piano dell’intera campagna: il budget a disposizione, il numero di persone che vuoi contattare, i risultati che ti aspetti dalla campagna, la durata nel tempo, e così via.
Comprendi la piattaforma
Non tutte le piattaforme sociali possono essere trattate allo stesso modo.
Fare una campagna di influence marketing su Instagram è molto diverso dal farla su Facebook. Prima di partire cerca di capire quale è la piattaforma più adatta al tuo caso e come sfruttarla al meglio.
Scegli la nicchia
Non puoi pensare di sparare nel mucchio.
Questo vale per gli utenti che vuoi raggiungere e, di conseguenza, per gli influencer che vuoi contattare. Raggiungere i manager nella fascia d’età 35-45 è molto diverso dal voler raggiungere gli studenti nella fascia d’età 18-25.
Trova le persone giuste
Non tutti gli influencer fanno per te.
In base ai risultati che avrai ottenuto dai due punti precedenti (capire la piattaforma e scegliere la nicchia) dovrai decidere chi sono gli influencer più adatti alle tue esigenze. In questo ti possono essere d’aiuto tool di Influence Marketing Automation come Buzzoole.
Non farti influenzare dal numero di follower
Tanti follower non vuole dire tanta qualità.
Attenzione a non farti influenzare dal numero di follower. È una vanity metric che può trarre in inganno le prime volte. Cerca di capire che tipo di network hanno costruito gli influencer che stai contattando. Quanta interazione riescono a generare con i loro follower e di che tipo?
Stimola l’interazione
Le conversazioni sono tutto!
È importante scegliere gli influencer giusti proprio perché devi puntare su persone che stimolino l’interazione. L’interazione con i loro follower che, sulla carta, potranno essere tuoi potenziali clienti. Osserva, leggi e, quando necessario, intervieni direttamente nelle discussioni che riguardano la tua startup.
Costruisci delle relazioni
Cerca di costruire delle relazioni con essi. Sii disponibile al confronto perché, molto spesso, possono darti suggerimenti importanti su come muoverti, come comunicare il tuo prodotto e come far arrivare il giusto messaggio.
Cura le relazioni nel tempo
Non ha senso costruire relazioni di questo tipo e poi non curarle.
Una collaborazione spot si potrebbe trasformare in una collaborazione duratura e, perché no, in qualcos’altro. Cura le relazioni con gli influencer con i quali lavori tenendoli aggiornati sugli avanzamenti e i risultati della campagna e anche sulle novità della tua startup e dei tuoi prodotti.
Traccia le giuste metriche
Devi avere tutto sotto controllo. Sempre.
Li fuori ci sono tantissimi tool di analytics per tenere sotto controllo campagne di questo tipo. Individua le giuste metriche e tracciale per tutto il tempo. Attenzione a non farti accecare dalle vanity metrics. Sii concreto: non hai bisogno di like e view, ma di lead, di conversioni, di clienti.
Tira le somme
Valuta ogni campagna.
Alla fine di una campagna di influence marketing, se hai tracciato le giuste metriche, sarai in grado di capire se ha funzionato o meno. Se hai raggiunto i risultati attesi e, soprattutto, quale degli influencer scelti hanno “funzionato” meglio degli altri.
Fai tesoro di queste informazioni e utilizzale come base per le prossime campagne.