Nascere startup vuol dire affrontare sfide enormi ogni giorno, lavorare sodo per convincere gli investitori a puntare su di te, fare nottate per far sì che il personale assunto possa tornare a casa con uno stipendio; vuol dire scommettere tutto su un sogno e trasformarlo in realtà. Così è nata Buzzoole quasi quattro anni fa e così nascono molte startup nel mondo ogni giorno. Oggi Buzzoole conta oltre 70 dipendenti, 4 sedi tra Italia e UK, un bacino di oltre 250 mila utenti e si prepara a sbarcare anche al di fuori dell’Europa.
Questi traguardi ci rendono, certo, molto orgogliosi, ma raggiungerli non è stato semplice. Una crescita così rapida in così poco tempo, porta con sé inevitabilmente alcune difficoltà caratteristiche di un team in rapida espansione.
Negli ultimi mesi abbiamo raccolto alcuni input da alcune discussioni che hanno avuto luogo sui social riguardanti la nostra posizione fiscale e abbiamo cercato di farli evolvere in azioni costruttive.
Premesso che da sempre ci poniamo l’obiettivo di lavorare con la massima trasparenza nel rispetto dei Brand e degli utenti della piattaforma, con questo post vogliamo fare luce su alcune nostre scelte e porre le basi per il futuro.
Un po’ di storia: il sistema della gamification
La fase iniziale dell’attività di coinvolgimento degli utenti in Buzzoole è stata resa possibile grazie a un sistema di gamification che prevedeva il rewarding tramite prodotti messi a disposizione dei Brand e/o crediti Buzzoole convertibili in Amazon Gift Card. Si trattava di un riconoscimento per l’iscrizione in piattaforma, la partecipazione ai programmi Referral e la creazione di contenuti.
Poi le cose sono cambiate e in meglio. Durante il terzo anno di attività abbiamo assistito a una crescita costante dell’azienda, il numero dei nostri Influencer è raddoppiato, le campagne richieste dai Brand sono aumentate esponenzialmente e il mercato dell’ Influencer Marketing è diventato più maturo. Tutto questo ha comportato che alcuni nostri utenti fossero chiamati – nella sfera del loro ambito di competenza – a partecipare a un numero superiore di campagne e con maggior frequenza. Inoltre, i Brand hanno cominciato a chiedere sempre più spesso il coinvolgimento di Celebrity o Top influencer.
Abbiamo in parte continuato a utilizzare gli stessi meccanismi di rewarding che avevano caratterizzato la piattaforma fino a quel momento, ma contestualmente abbiamo avviato sempre più rapporti di collaborazione (professionale o occasionale) con gli Influencer partecipanti alle campagne.
La situazione attuale: le sfide di oggi
Veniamo quindi a oggi. Come detto all’inizio, oggi ci troviamo di fronte a una crescita esponenziale dell’azienda, con le aperture di sedi all’estero, l’attività di fundraising, l’espansione del team e il potenziamento del board.
Come è noto, quando un’azienda assiste a una crescita simile è molto difficile fermarsi e modificare in corsa i modelli di business e i piani di espansione. Tuttavia abbiamo cercato quanto più possibile, durante quest’anno, di adeguarci a un mercato in costante cambiamento, sebbene in totale assenza di una chiara normativa di riferimento, e ci siamo confrontati con le autorità su due questioni che ad oggi rappresentano per noi temi cruciali: la trasparenza nei confronti dei nostri interlocutori e il corretto inquadramento dei rapporti con i nostri Influencer sotto il profilo giuridico e fiscale.
Sulla trasparenza delle collaborazioni con gli Influencer ho già esposto la posizione di Buzzoole qualche mese fa. Sento di dover ribadire che spesso il confine tra recensione spontanea, advertising vero e proprio ed endorsement è molto labile e definire i termini delle collaborazioni tra Influencer e Brand non è sempre semplice. Le nuove forme di advertising emerse negli ultimi anni, tra cui l’Influencer Marketing, hanno fatto venire alla luce alcune criticità proprio legate alla trasparenza di tali collaborazioni e hanno fatto sorgere di conseguenza la necessità di avere una regolamentazione adeguata.
Regolamentazione: linee guida e normativa
A tale proposito è in discussione ormai da diversi mesi il ddl concorrenza che mira appunto a regolamentare le attività dei web influencer “permettendo ai consumatori di identificare in modo univoco quali interventi realizzati all’interno della rete internet costituiscano sponsorizzazione”.
In attesa dell’approvazione definitiva del disegno di legge, ci siamo già preoccupati di inserire nei nostri ToS (Termini e condizioni di utilizzo) l’obbligo, per i nostri iscritti, di utilizzare sempre gli hashtag #ad, #ads, #sponsored, #spon nei post creati all’interno delle campagne con i brand. Indicazione data peraltro anche dagli enti e dalle organizzazioni che si stanno occupando di definire linee guida atte a creare un circolo virtuoso che tuteli tutte le parti coinvolte. Tra queste troviamo l’UNC-Unione Nazionale Consumatori, guidata da Massimiliano Dona, con cui siamo in costante contatto, e lo IAP, l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, che ha recentemente rilasciato la digital chart che analizza diverse forme di advertising non convenzionale e definisce regole e comportamenti corretti da adottare a cui abbiamo aderito già in qualità di membri IAB.
Il mio team ed io siamo direttamente coinvolti nelle discussioni intavolate da IAP, UNC e dagli altri principali soggetti: il nostro CMO-CSO Gianluca Perrelli ha partecipato e continua a partecipare agli incontri sul tema, stiamo dando il nostro contributo da operatori del settore ed è nostra intenzione continuare a divulgare la cultura della trasparenza con tutti i mezzi in nostro possesso. A tal proposito, martedì 21 novembre alle ore 13:00 terremo un webinar aperto a tutti dal titolo “Trasparenza e regolamentazione nell’Influencer Marketing” in cui ospiteremo due rappresentanti di IAP per rispondere alle domande più calde su questi temi.
Fiscalità e prospettive future
Rispetto alle nostre scelte fiscali, ci rendiamo conto di essere a tutti gli effetti di fronte a una situazione che ha un profilo del tutto nuovo. Su questo punto anche l’Agenzia delle Entrate ha potuto rilevare la peculiarità dei rapporti contrattuali che caratterizzano l’attività svolta e la difficoltà di inquadrare dal punto di vista fiscale, in modo codificato e pacifico, i rapporti che nascono con gli Influencer.
La nostra premura è – e resterà – quella di guardare all’innovazione e alla trasparenza, per tale motivo stiamo inoltrando un interpello, in base alla normativa vigente, per consentire all’Agenzia delle Entrate, eventualmente con il supporto della Direzione centrale di Roma, di fornire una motivata risposta sulla base di una illustrazione analitica e documentata del business di Buzzoole. Questo ci consentirà di seguire delle specifiche indicazioni da parte delle autorità e speriamo possa essere una base per disciplinare le forme di pagamento e le attività online in generale.
Sta a tutti noi – aziende, associazioni, legislatori, influencer – cercare di comprendere la natura dei cambiamenti in atto nei nostri mercati e fare in modo che il contesto interno (aziendale) ed esterno (environment) viaggino sempre nella stessa direzione.
Perché la tecnologia non serve solo alle aziende che la producono e scalano il successo, ma può (e secondo noi deve) andare a vantaggio di tutti.