Che un’immagine valga più di mille parole lo abbiamo sentito ormai milioni di volte e in effetti non si può dire che non sia vero, specialmente sui social. Basti pensare a Instagram, il canale nato proprio per diffondere contenuti visual, e al suo innegabile successo. Tuttavia, proprio per la sua natura visiva, Instagram si trova spesso ad essere oggetto di forti critiche da parte di coloro che denunciano la mancanza di autenticità delle foto pubblicate, che appaiono talvolta eccessivamente ritoccate. In effetti la forza delle immagini presenti su Instagram è così potente da minare in alcuni casi l’autostima dei suoi utenti, specialmente quelli più giovani, che si trovano di fronte a foto di corpi scultorei o ad esperienze di viaggio straordinarie apparentemente così lontane dalla loro vita quotidiana.
Un rapporto dell’RSPH (Royal Society for Public Health) ha classificato Instagram, insieme ad altre piattaforme di visual content come Snapchat, come uno dei canali più negativi per la salute mentale delle fasce più giovani. Secondo Shirley Cramer, Chief Executive dell’RSPH, “questa valutazione è interessante perché mostra come due canali focalizzati sull’uso delle immagini inducano sensazioni di ansia o inadeguatezza tra i soggetti più giovani”. Tuttavia i giovani facenti parte dello Young Health Movement, “ci hanno detto che i social media non hanno esclusivamente un impatto negativo sulla loro salute mentale, ma possono essere anche uno strumento per veicolare messaggi positivi”.
Allora è giusto dire che Instagram sia destinato a diventare una macchina produttrice di inautenticità e finti like? Come molti aspetti che riguardano i social media, la risposta è data dalla prospettiva e dall’uso che si fa di una piattaforma. Il senso di inadeguatezza avvertito da molte persone guardando alcune immagini (siano queste reali o alterate) ha condotto alcuni utenti a creare account specifici in cui si affronta la questione del body shaming. Alcuni prendono il problema in maniera molto diretta come l’attrice Celeste Barber che riproduce sul suo profilo Instagram foto di celebrity evidenziandone il lato ridicolo; oppure come Milly Smith e il suo account @selfloveclubb in cui esplora i temi della body positivity e della salute mentale parlandone in maniera schietta e aperta. Sul suo profilo infatti è possibile trovare foto che evidenziano le pose e le app che molti instragramer usano per migliorare le loro foto del “prima” e “dopo”. La Smith ha anche un canale YouTube in cui esplicita meglio le opinioni espresse nelle caption di Instagram.
In questa immagine ad esempio, imita le foto “prima e dopo” di molti influencer fitness, che in realtà nascondono solamente un cambio di outfit e di posa. La didascalia ricorda agli utenti quali sono i trucchi utilizzati da alcuni account per questo tipo di scatti e che distorcere l’immagine del proprio corpo è estremamente facile in una fotografia. L’obiettivo di Milly Smith non è solamente voler denunciare questo tipo di account, ma anche aiutare le persone ad avere un approccio critico nei confronti della piattaforma social e dei suoi contenuti.
L’uso dei social media per sfidare i pregiudizi della società non è nuovo. La possibilità di raggiungere un’audience globale in un click rende i social il luogo ideale per l’attivismo, incluso quello legato al movimento della body positivity (spesso identificato con gli hashtag #bopo o #bp) che si occupa appunto della rappresentazione del corpo sui media, dove spesso la questione sembra essere ignorata, come accadde per la campagna di Protein World “beach body ready”, che ha subito forti critiche.
Non mancano però i profili che combattono i pregiudizi sull’aspetto fisico come quello della modella e Influencer Tess Holliday, che lotta per una maggiore rappresentanza della sua categoria nel mondo della moda. Tess ha 1,5 milioni di follower sul suo account Instagram e si descrive come una Plus Model. Sebbene sia oggi un riferimento per molte ragazze, Tess deve affrontare ogni giorno molte critiche online. “Prima di Instagram, potevi vedere online qualsiasi cosa. Ora puoi scegliere di seguire persone che condividono i temi della body positivity, del femminismo e dell’amore per il proprio corpo. Persone che siano d’ispirazione” afferma Tess in questa intervista. “È molto importante”, continua Tess, “circondarsi di persone che ti sostengano e ti supportino e questo è il ruolo delle community online.” Instagram sta diventando un canale fondamentale per chi vuole circondarsi di messaggi positivi sulla consapevolezza del proprio corpo e l’uso della piattaforma in questo senso è qualcosa che andrebbe incoraggiato, specialmente tra i giovani.
Sebbene molti dei profili che sostengono la body positivity siano rivolti alle donne, le principali vittime di body shaming, la questione è in realtà più ampia. Gli account di Jack Eyers e Mama Cax, ad esempio, affrontano i temi della percezione delle persone con disabilità.
In un suo post, Mama Cax dice di usare “i social media per parlare di body positivity, ma ancora di più, per rovesciare l’immagine stereotipata legata alle persone con disabilità.” Il suo profilo Instagram è un’incredibile raccolta di foto, alcune delle quali si concentrano sulla sua protesi, altre sulla moda, sui i viaggi e sul lifestyle, ovvero tutti gli aspetti che possono contribuire a cambiare la percezione che la maggior parte della gente ha sulle persone con disabilità. Cacsmy Brutus, questo il suo vero nome, è brand ambassador per Alleles, un’azienda specializzata nella progettazione di cover per protesi. Dopo aver visto la wish list di Cax che includeva appunto delle cover per protesi, il co-founder di Alleles ha contattato l’influencer per offrirle una cover a scelta e il risultato di questa bellissima collaborazione è visibile sul suo account Instagram.
Il profilo di Jack Eyers è invece ricco di immagini che rappresentano istanti di avventura come arrampicata, skydive, corsa e altre attività che sfidano i normali cliché sui disabili. A luglio di quest’anno Eyers è diventato il primo uomo con amputazione ad essere incoronato Mr Inghilterra; ha anche firmato un contratto con Models of Diversity e nel 2015 è stato il primo modello con disabilità a sfilare durante la New York Fashion Week. “Negli ultimi cinque anni la mia missione è diventata quella di portare la disabilità nel settore fashion e di diventare un riferimento per altre persone con questo tipo di handicap” afferma Eyers in questa intervista.
Il cambiamento si avverte anche nelle scelte di alcuni paesi come la Francia che ha reso obbligatorio segnalare con delle apposite etichette, le immagini alterate con programmi di photo editing come Photoshop. Inoltre recentemente il sito di immagini stock Getty images ha bandito le foto ritoccate che fanno apparire le modelle più magre. Oltre a queste misure è bene insegnare ai giovani anche come approcciarsi ai social media e gli Influencer come quelli citati in questo articolo possono avere un ruolo importante in questo senso.
Lo stesso Instagram ha incoraggiato gli account che utilizzano la piattaforma come forma di espressione positiva con la campagna #RunwayForAll. Lo scopo di questa campagna durata una settimana, era quello di mettere in luce i grandi campioni di diversità del mondo della moda. La prima modella della campagna è stata proprio Mama Cax, per la quale il significato di #RunwayForAll è “far sì che ogni teenager si senta rappresentato quando apre un magazine o guarda una sfilata”. Per una settimana l’account ufficiale di Instagram ha postato foto di persone diverse ogni giorno con l’hashtag #RunwayForAll, evidenziando la storia unica di ogni modello rappresentato. Questo mostra che le piattaforme insieme agli Influencer possono lavorare insieme per diffondere messaggi positivi per le nuove generazioni.