A luglio quando abbiamo inaugurato il nostro Osservatorio sul tracciamento delle campagne di influencer marketing avevamo sottolineato una beneaugurale attenzione verso la trasparenza. Oggi a distanza di tre mesi i nostri dati mostrano un andamento ancora più positivo dell’uso dei cosiddetti “hashtag della trasparenza” nel nostro paese (#ad, #adv, #sponsored, #advertising ecc.).
A luglio la crescita dei contenuti è stata del 10% mese su mese, ad agosto le attività sono calate, ma a settembre sono ricresciute nuovamente (+100% su agosto, +44% rispetto a luglio).
In quest’ultimo mese sono stati pubblicati oltre 20.700 post contenenti gli hashtag della trasparenza, che hanno stimolato oltre 22 milioni di interazioni. Instagram si riconferma sia il luogo nel quale la maggior parte delle persone condivide messaggi promozionali (77% del totale) sia quello che produce il maggior numero di interazioni (99% del totale).
I settori nei quali si è riscontrato il maggior uso degli hashtag della trasparenza sono l’abbigliamento (e scarpe) per il 36%, il beauty (cosmetici, profumi) per il 20%, e Food & Beverage 14%.
Confrontando i dati di settembre con quelli dei mesi precedenti risulta chiaro che non ci sia stato un incremento significativo del comparto fashion e accessori nonostante la valanga di post dedicati alla Fashion Week di Milano. Questo indica che una certa quota dei post etichettati #MFW non conteneva gli hashtag della trasparenza.
Restringendo l’attenzione al comparto fashion si scopre che la celebrity che ha generato il maggior numero di interazioni a settembre, oltre 1 milione, è stato Fedez con due post sponsorizzati da Diesel (uno dedicato alla collezioni Hate Couture e uno agli occhiali da sole). Seguono Ludovica Pagani per Elle Bikini (259K interazioni), Alice Campello per Milla Nova, Zanotti e Armani (136K interazioni), Matteo Pelusi per Sartoria Toscana (136K interazioni).
Quali sono i trend?
Dall’analisi qualitativa emerge che i brand della moda utilizzano gli influencer come dei veri e propri testimonial, per un mero obiettivo di Awareness e cioè li usano come amplificatori e non come creator. I fashion influencer, infatti, si limitano ad indossare i capi ostentando naturalezza e parlano solo indirettamente del prodotto da sponsorizzare.
Il formato quasi esclusivamente scelto è quello della foto. Pochi video, gallerie raramente utilizzate. Le storie, invece, sono state usate in maniera massiva per raccontare i momenti della Fashion Week, le sfilate e gli eventi collaterali, ma senza grande cura.
Insomma emergono grandi opportunità in termini di creatività, ma anche di utilizzo degli influencer per le fasi più avanzate del funnel di marketing. Soprattutto gli influencer meno blasonati sono in grado di accelerare il processo di trasformazione da follower a customer grazie alla prossimità con i loro seguaci.
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