La nostra rubrica Ask the Creator continua ad esplorare l’energico mondo di alcuni dei nostri migliori Creator e i passi che hanno compiuto per trasformare la loro passione nel loro lavoro. Questa settimana abbiamo chiacchierato con Zoë Timmers una fotografa, content creator, social media influencer e produttrice. Leggi la sua storia e lasciati ispirare!
Come sei diventata un influencer e com’è cambiata la tua vita?
Prima che diventassi una influencer ero una produttrice Tv freelance, producevo documentari per la BBC e Sky. Mi sono iscritta ad Instagram nel 2011 ma in realtà non gli ho dedicato molto tempo (ero ancora impegnata con il lavoro da produttrice Tv) fino al 2012 quando ho iniziato a pubblicare con frequenza. Inizialmente Instagram era un altro modo per esprimere la mia creatività attraverso la fotografia, ma come molti altri, quando il mio profilo è cresciuto i brand hanno iniziato a contattarmi per propormi collaborazioni, così ho deciso di fare il grande passo verso il mondo della fotografia full time.
Da chi trai ispirazione?
Mi lascio ispirare tantissimo dagli altri utenti su Instagram e amo far parte di community di fotografi e content creators. La community è cambiata molto negli ultimi anni ma l’essenza è sempre la stessa.
Quanto tempo ci è voluto per definire il tuo particolare stile online?
Non molto in realtà. Se guardo i miei primi post del 2012 lo stile essenzialmente è lo stesso. Ho sempre amato scattare foto e spero che gli anni da produttrice tv mi abbiano aiutato a raccontare storie attraverso le immagini.
Qual è stato il passaggio più difficile nella costruzione della tua community?
Direi che il passaggio più complicato è quello attuale! Pensando a quando ho iniziato, tutti, compresa me stessa, potevano crescere in maniera totalmente organica. Era tutto molto genuino. Nessuno comprava follower, nessuno comprava like. E di certo ora, con Instagram che conta 1 miliardo di utenti ci sono così tanti profili in cerca di attenzioni, e questo rende più complicato continuare a costruire .
Come scegli quali collaborazioni accettare e quali rifiutare?
In genere mi occupo di viaggi e lifestyle, ma sono sempre aperta a nuove opportunità purché siano in linea con i miei valori. Amo le sfide e considero sempre tutte le proposte di collaborazione che sono fuori dalla mia comfort zone perchè è proprio questo che mi stimola ad andare avanti.
Come gestisci le collaborazioni con i brand?
Ogni brand è diverso- alcuni lavorano attraverso le agenzie, alcuni via PR e alcuni in maniera diretta. Comunque, le collaborazioni che funzionano meglio sono quelle in cui i creator hanno molta libertà. Sono gli influencer che conoscono meglio i propri follower e questo è quello che tutti vogliono, un buon engagement sia per l’influencer che per il brand.
Qual è l’esperienza migliore e quella peggiore che hai avuto con i brand con cui hai collaborato?
Questa è una domanda difficile. Sono abbastanza fortunata da non aver mai realmente avuto un’esperienza davvero negativa. Sicuramente non è semplice quando segui il brief alla lettera, sviluppi il contenuto e poi il brand cambia idea! Le esperienze migliori sono sicuramente quelle in cui ho completa libertà sul come e quale sarà il mio contenuto, questo dimostra molta fiducia da parte del brand sulle mie capacità.
Le esperienze migliori sono sicuramente quelle in cui ho completa libertà sulla creazione del contenuto!
Secondo te quali strategie, formati, piattaforme e soluzioni creative credi dovrebbero usare gli influencer per arrivare al successo?
C’è molto su cui riflettere. Onestamente credo sia importante rimanere coerenti con se stessi e continuare a creare contenuti di cui essere fieri e che stimolano il proprio lato creativo. Non sono contraria alle strategie per aumentare il proprio successo, ma passare troppo tempo a cercare di capire come superare l’algoritmo di Instagram non è salutare!
Quali sono i tuoi consigli su come sfruttare al meglio gli strumenti più utilizzati del momento come i tag, le Instagram Story e i link cliccabili?
Le Instagram Story sono grandiose e continuano a crescere anno dopo anno. Hai più possibilità di essere scoperto se condividi contenuti belli e in maniera costante anche nelle Story. Ma si tratta di una vera e propria arte quella di creare Story engaging e penso che la storia che racconti sia il centro di tutto.
Quali sono i tuoi pensieri sul dibattito in corso sui “fake” followers?
Purtroppo vista la forte crescita di Instagram era inevitabile questo fenomeno. Mi rattrista il fatto che le persone sentano la necessità di acquistare follower per gonfiare i loro account e significa che i creator che creano ottimi contenuti potrebbero perdere lavoro perché i brand scelgono gli utenti con più follower senza sapere che sono fake. Comunque, sempre più brand stanno individuando gli utenti che acquistano follower quindi spero che diventerà un problema più gestibile!