Le tre regole per utilizzare gli hashtag con successo

Quasi impossibile non farci caso: da un paio d’anni a questa parte l’uso degli hashtag, quelli che prima erano i classici “cancelletti”,  si sta diffondendo a in maniera virale. Il fenomeno non sorprende ed è ben comprensibile per i frequentatori di Twitter (e da poco anche di Facebook), antesignano del tag con il cancelletto, essendo il principale responsabile e promotore del suo utilizzo nella prassi comune.  Anche se in tanti li considerano accessori o li usano in maniera non ancora ben organizzata, gli hashtag sono parte integrante del modo di comunicare sul web, protagonisti di intere discussioni in rete e i principali aggregatori di community. È diventato quasi un trend il fatto stesso di utilizzarli in modo “personale” ( su Instagram, se utilizzi in maniera sapiente gli hashtag, i tuoi follower  aumentano a vista d’occhio).

In fondo fa parte del gioco: In molti, appunto, usano gli hashtag per il solo scopo di aggiungere valore o di dare un certo tono ad un tweet. Molto spesso sono usati in un modo comico e sarcastico, e generalmente gli utenti accettano questo utilizzo per aggiungere colore, humor, e sarcasmo ai post. Un utilizzo eccessivo, però, a volte può stuccare. C’è chi per diletto crea trend su Twitter dopo aver coniato un nuovo cancelletto e chi , invece, fa dell’hashtag il cavallo di punta della propria strategia di marketing.

Friends don’t let friends #use #too #many hashtags

Le aziende, infatti, devono rispettare delle regole di buon utilizzo al fine di non commettere errori che potrebbero risultare dannosi alla propria immagine.  Su Twitter l’uso degli hashtags , nonostante non sia obbligatorio, diventa una prassi fondamentale in quanto permette la categorizzazione-ricerca-aggregazione di messaggi e discussioni creando sempre nuovi trend da seguire e il suo uso posizionato davanti a determinate parole chiave fa si che quest’ultime siano automaticamente trasformate in link attivi portando alla creazione di comunità digitali raccolte intorno a un topic. Se vuoi utilizzare in maniera corretta gli hashtag basta seguire tre regole, o meglio dire tre consigli di buona condotta:

1.Ricerca: Il consiglio principale per brand e aziende è quello di creare hashtag specifici : siano essi il nome stesso del brand, di un prodotto, di un evento cui aggiungere il contesto specifico che li rende unici ed originali. Assicuratevi di controllare search.twitter.com  prima di scegliere un hashtag. In questo modo si può controllare se è stato precedentemente utilizzato e sceglierne un altro che faccia più al caso nostro.

2.Lunghezza: Twitter, coi suoi 140 caratteri, ci obbliga tutti a sintetizzare i nostri pensieri, istigandoci a fare un cospicuo uso di abbreviazioni, ma bisogna stare molto attenti. Gli hashtags devono sempre essere di senso compiuto. Se vuoi essere ritwittato, inoltre, bisogna tenere a mente  che con un limite di 140 caratteri è meglio non utilizzare più di 10 hashtags. Conviene, sempre, lasciare un po’di spazio per eventuali retweets, commenti e citazioni.

3.Pertinenza:  assicurarsi che l’hashtag utilizzato conduca  gli utenti, in maniera diretta ed univoca al tuo brand. Questo è uno dei modi  per sensibilizzare e rendere curioso il popolo di Twitter ( recentemente anche di facebook )  a  quello che si sta postando. Un hashtag valido è un hashtag che riconduce intuitivamente al tuo brand anche al di fuori del contesto social, ed è un segno che veicola il tuo messaggio in maniera chiara e precisa.

Ad oggi, i cosiddetti cancelletti, stanno diventando un brillante strumento di buzz marketing:  fondamentale, però, resta la loro modalità d’utilizzo. Quando  un brand/utente, infatti, li utilizza impropriamente diviene subito oggetto di scherno: in tal senso è esplicativo il video in cui Jimmy Fallon e Justin Timberlake deridono chi usa in maniera impropria gli hashtags.

Se le tre regole diventeranno la vostra bibbia, allora di sicuro  sarete i proprietari di hashtags di successo!

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