Per essere top influencer serve l’otaku”, post di Rudy Bandiera sul blog Buzzoole
Ieri sera dopo cena e prima di dormire in poltrona come al solito, ho visto nella mia libreria un libro tra gli ultimi letti in cartaceo, prima del Kindle, un titolo che non leggevo da anni ma che ho letto diverse volte: La mucca viola.
Si, quello di Seth Godin. Anche se ha quasi 15 anni e ormai non brilla più per esempi ma certamente per concetti di base, mi ha fatto riflettere su una cosa che spesso sottovalutiamo: l’otaku.
Sapete cos’è l’otaku?
Se siete amanti del caffè, l’otaku è ciò che vi spinge ad attraversare la città per provare il nuovo bar che serve miscele provenienti da tutto il mondo. Per intenderci, non è così malsano da essere considerato un’ossessione, ma è piuttosto una forte passione per qualcosa. E’ quella che io chiamo spesso “scimmia” (perché sono meno raffinato dei giapponesi) ovvero una passione anche momentanea o irrazionale, che arriva all’improvviso, è indisciplinata, non si placa se non la soddisfi ed è spesso riferita a cose potenzialmente assurde.
È fra i motivi dell’esistenza delle comunità di appassionati attorno a certi tipi di prodotti o settori.
Un grande potenziale commerciale secondo Seth Godin, difatti oggi molte aziende stimolano con attenzione le community online e offline per aumentare curiosità, seguito e vendite.
Cosa c’entra l’otaku con gli influencer?
C’entra eccome. Per un consiglio su quale smartphone acquistare chiedereste più volentieri al vostro amico che lavora con la telefonia mobile o a quello che lavora nello stesso settore, ma si tiene sempre aggiornato sulle innovazioni perché è appassionato?
Magari il primo vi assillerà di meno, ma sicuramente il secondo vi saprà dire con precisione tutte le novità e le caratteristiche che vi interessano.
Essere più credibili e affidabili sono obiettivi principali di qualsiasi strategia di Personal Branding e sono tra i fattori che aiutano le aziende a scegliere i migliori influencer per il loro Digital Marketing.
Coltivare le vostre passioni e diventare autorevoli per esse, non solo sarà meno faticoso, ma sarà anche più stimolante. Fidatevi che questo il pubblico lo sente.
Avete mai letto qualcosa scritto e approfondito con passione? Dentro c’è più della tecnica, c’è il cuore di chi scrive. Sembrerà una banalità, ma sono sicuro che tutti sapete di cosa sto parlando.
Pensate di non riuscirci? Se il vostro settore non vi stimola, non vuol dire che non riuscirete a essere ottimi professionisti, magari mettendovi nei panni dei clienti ed entrando nelle comunità di appassionati per capirli al meglio, ma non abbandonate mai le vostre passioni personali.
Avvicinatele, scrivete, buttatevi, perché non c’è niente di più bello di trovare qualcuno che si emoziona come noi per qualcosa.
Condividere un’emozione è un’arma fortissima, è una delle chiavi dell’engagement e dell’influenza, non sottovalutatelo.
Pronti a cercare il vostro otaku e condividerlo?