Il 2020 non verrà ricordato esclusivamente per la pandemia di Covid-19 che sta colpendo il mondo intero, ma anche per un’attenzione rinnovata ai temi sociali. Basti pensare infatti al movimento “Black Lives Matter”, nato in seguito alle proteste per la morte di George Floyd. In tutto il mondo, non solo in America, è tornato ad essere centrale un tema che spesso viene relegato in secondo piano:
la rappresentanza delle minoranze. L’inclusione e l’accettazione di tutto quello che la società civile ha considerato per secoli “diverso”.
I social media sono dei palcoscenici importantissimi per dare voce alle richieste di attenzione di tutti coloro che non trovano spazio sui media tradizionali. E, osservando alcuni dati del nostro Osservatorio, Instagram risulta essere il social media privilegiato per sostenere le diverse cause.
Solo in Italia, nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2019 sono stati pubblicati 20.635 contenuti che è possibile includere sotto l’ampio tema della “Diversity” (battaglie a favore dei diritti LGBTQ+, dell’uguaglianza di genere, delle disabilità fisiche ecc..) la stragrande maggioranza dei quali sono stati realizzati su Instagram (89%). Interessante però osservare anche la presenza decisa di TikTok (7%), un canale in forte crescita e maggiormente utilizzato – rispetto ad altri social come Facebook (3%) e Twitter (1%) – per il sostegno a queste tematiche.
Ma esistono uno o più periodi specifici in cui l’argomento assume dei contorni virali sui social media? Effettivamente le conversazioni attorno alla tematica sembrano presentare una forte stagionalità, con una curva di attenzione tra maggio e giugno e tra ottobre e novembre. Questi picchi si manifestano soprattutto durante le pride parades sparse in tutto il mondo. La curva mostra in ogni caso un andamento sostanzialmente crescente, segno che la tematica sta acquisendo nel tempo sempre più una connotazione trasversale.
Questi argomenti trovano anche un grande e diffuso consenso nel mondo degli influencer, attori ancora una volta centrali quando si parla di social media. Come si può vedere dal grafico, la distribuzione degli influencer solidali alla causa è proporzionale, in termini di grandezza, all’effettiva composizione del mercato dell’Influencer Marketing, confermando che gli influencer aderiscono al tema in maniera omogenea. Indipendentemente dalla grandezza della loro audience.
Analizzando invece i contenuti che vengono realizzati emergono tre particolari evidenze.
- La Diversity è un tripudio di colori, simboli e bandiere. I colori dell’arcobaleno sono molto presenti nei post che riguardano la comunità LGBTQ+, così come le bandiere nazionali quando l’obiettivo è promuovere le minoranze.
- Quando si parla di diversità fisica, gli influencer non hanno paura di mettere in mostra la loro unicità, fieri di potersi distinguere per qualcosa che li rende speciali.
- La creatività non è l’aspetto più importante. Quello che conta è l’autenticità del messaggio, trasmessa attraverso scatti semplici e spontanei.
Un’ultima considerazione riguarda l’integrazione tra influencer e i brand all’interno del mondo della Diversity. Al netto di poche aziende che hanno saputo integrare i propri valori con quelli complessi e variegati della Diversity (è possibile citare i casi di Diesel, Smirnoff e Jagermeister) ad oggi l’argomento risulta essere ancora un terreno poco esplorato da parte dei brand. I dati sul 2019 mostrano infatti una nettissima maggioranza di contenuti organici (97.8%) a fronte di pochi contenuti sponsorizzati (2.2%).
Abbracciare queste tematiche e renderle parte integrante del proprio posizionamento può rappresentare sicuramente un’area di opportunità per le aziende, a patto di rispettare un’unica condizione:
Essere autentici senza snaturare i valori di un mondo orgoglioso della propria unicità.
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