La fiducia negli influencer cresce quando trattano temi sociali

Una recente ricerca di Nielsen Global Media su un campione rappresentativo di 1700 utilizzatori italiani dei social media dai 18 anni in su, ha fatto emergere il grado di fiducia riposto negli influencer.
Il 77% ha dichiarato di avere fiducia e di ritenere credibili (molto o abbastanza) gli influencer quando parlano di, o promuovono, prodotti e servizi. Una percentuale di fiducia che è più alta con riferimento alle attività di quei creator non celebri.

La credibilità degli influencer già molto elevata quando si focalizzano su prodotti e servizi, arriva a toccare l’83% quando lanciano messaggi di carattere sociale. In questo caso le celebrity risultano un po’ più affidabili degli altri.

Si tratta di dati interessanti che segnalano anche un mutamento in atto nel ruolo di queste figure di riferimento, che aveva iniziato ad emergere durante le mobilitazioni per la salvaguardia dell’ambiente, “Fridays for Future”, guidate da Greta Thunberg.
Negli ultimi mesi, però, questo nuovo ruolo è diventato più evidente sia durante l’emergenza sanitaria che a seguito della morte di George Floyd.

Gli influencer contro il razzismo

Durante l’emergenza pandemica gli influencer hanno supportato i messaggi del governo per limitare la diffusione del Covid-19 con diverse iniziative individuali o collettive (come #IoRestoACasa e #IoLoFaccioACasa). Grandi e piccoli hanno anche utilizzato la propria visibilità per incentivare donazioni da parte dei follower. I primi a farlo sono stati i “Ferragnez” che hanno raccolto oltre 4 milioni di euro. Per l’occasione TikTok ha abilitato alcuni Creator al crowdfunding attraverso uno speciale sticker da usare durante le dirette. Tra questi Cecilia Cantarano, Sespo, Daniele Davì, Martina Socrate.

Un mobilitazione di carattere globale degli influencer si sta avendo in questi giorni. A provocarla è stata l’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di alcuni poliziotti di Minneapolis, che ha scatenato manifestazioni e saccheggi in tutti gli Stati Uniti. Gli slogan “I can’t breath”, ultima frase pronunciata dal povero Floyd, e “Black Lives Matter” sono risuonate sia nelle strade di tutto il mondo, che nelle piazze dei social media.

Martedì 2 giugno su Instagram sono apparse immagini completamente nere con l’hashtag #blackouttuesday per spostare l’attenzione sul razzismo. L’iniziativa era stata proposta da Jamila Thomas, dirigente dell’etichetta discografica Atlantic Records, e dalla sua ex collega Brianna Agyemang. In alcuni casi chi non si è adeguato e ha continuato a postare foto spensierate, ha suscitato le accese proteste dei propri follower.

C’è chi ha messo la sua creatività al servizio della causa, producendo immagini evocative, come @shirien e @nikkolas_smith o in ricordo delle vittime del razzismo, come @robinxhilkey e @_stormae. Ma anche chi, come Zanna, ha usato le Storie per collezionare e condividere link ad articoli utili su come informarsi e mobilitarsi per cause antirazziste. In Italia da segnalare l’onnipresente Ferragni che è scesa in piazza e ha postato le foto col cartello “Fuck Racism”.

Ad oggi su Instagram l’hashtag #BlackLivesMatter è stato usato oltre 21 milioni di volte e #BlackOutTuesday 29 milioni di volte.

@alex.stemp

It will only get better with your help. Help me spread this message 🙏 ##blacklivesmatter @kennedy.shelby @milluhh415 @kaylaqwest

♬ original sound – carneyval_

Non sono stati da meno i TikToker che, usando #BlackLivesMatter, hanno generato video per circa 9 miliardi di visualizzazioni. Tra gli usi più interessanti del social, scoperti grazie al nostro Buzzoole Discovery, ci sono l’appello della più famosa di tutti Charlie D’Amelio (61,8 milioni di follower) e le foto creative di Alex Stemp e Jordi Koalitic

Vista la fiducia che riscuotono nel loro pubblico c’è da aspettarsi che sempre più gli influencer prenderanno posizione rispetto a temi di natura sociale. Di conseguenza anche i Brand dovrebbero fare maggiore attenzione alla scelta di Creator che hanno costruito una buona reputazione e che sono in linea con i valori aziendali.

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