L’Influencer Marketing esprime la sua massima efficacia quando viene affrontato in maniera strategica e non tattica. Ciò implica innanzitutto considerarlo come uno dei tasselli della più ampia strategia di comunicazione aziendale, a sua volta, strumentale al raggiungimento degli obiettivi di business.
L’immagine del tassello rimanda all’idea di un elemento sagomato in modo tale da combaciare con gli altri tasselli del piano di comunicazione, fino a formare un puzzle coerente e armonico. Solo un’azione combinata tra influencer ed altre leve di marketing può portare a risultati soddisfacenti. Una nostra ricerca quali-quantitativa svolta su 300 decision maker italiani di grandi aziende ha portato alla luce quali sono i principali driver di scelta degli influencer.
La principale preoccupazione che è emersa, nonché condizione sine qua non per dare avvio ad un’attività di Influencer Marketing, è quella della “brand affinity”. Il 60% dei rispondenti ha affermato che il creator deve riuscire a rappresentare i valori del brand in modo autentico. Non semplici diffusori di messaggi, quindi, ma creatori di contenuti credibili agli occhi del proprio pubblico perché non distanti dal portato valoriale e simbolico del brand. Alla base c’è la consapevolezza che se un influencer parla di un prodotto diventa, agli occhi del suo pubblico, un portavoce dell’azienda e dunque, come tale, non può non rispecchiarne l’immagine.
Corollario di questa esigenza è la ricerca di influencer che sappiano valorizzare in maniera creativa i messaggi del brand (69%), che siano competenti nel settore in cui opera il committente (64%), e che il contenuto sia percepito come originale ed autentico (59%). Insieme a questi requisiti permane l’attenzione verso il numero di follower (61%), affiancata dalla richiesta di una base di follower reale e di qualità (62%).
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