Come Buzzoole aiuta i brand a identificare i profili fake

Individuare content creator genuini e trasparenti, raggiungere un’audience reale e ottenere il meglio dalle campagne di Influencer Marketing. Una grande sfida per il prossimo futuro, come confermato da un recente studio di EConsultancy, “Influencer Marketing 2020”, condotto su ben 1.173 marketers: il 42% degli intervistati, infatti, ha messo al primo posto l’esigenza di assicurarsi che i follower degli creator coinvolti nelle campagne di social influencing non siano comprati.

Così Buzzoole ha fatto sua questa grande missione e come first mover nel mercato ha messo a disposizione dei brand i mezzi per la lotta ai fake followers e all’engagement gonfiato. Da qualche settimana, infatti, è stato lanciato un nuovo tool che sfrutta i first-party data per scovare gli influencer che fanno uso di pratiche fraudolente. Dati di prima mano, dunque, che costituiscono oggi uno dei vantaggi di Buzzoole rispetto ad altre piattaforme e agenzie di Influencer Marketing.

Quando gli influencer si iscrivono alla community di Buzzoole, infatti, collegano i loro account social e i blog, concedendo l’accesso a tutte le informazioni ad essi relativi (ad esempio i dati di Google Analytics per i blog o di Facebook Insights e Instagram Insights per i due social di Zuckerberg). Tale concessione volontaria è funzionale all’espletamento delle campagne di Influencer Marketing. In pratica gli influencer concedono trasparenza per far sì che i brand si fidino delle loro attività e li coinvolgano.

Per migliorare la comprensione dell’autenticità dei profili non esiste però un semplice indicatore standard. Buzzoole utilizza diversi metodi per arrivare ad una visione chiara e completa del fenomeno. Tra questi il rapporto reach/follower e quello engagement/reach. La reach, appunto, gioca un ruolo fondamentale: mentre il numero dei follower di un account è visibile a tutti, quello della reach è visibile solo all’account e a Buzzoole. Analizzando una molteplicità di post, se il rapporto reach/follower risulta essere troppo basso si potrà avere il ragionevole sospetto che il Creator ha un’alta percentuale di follower fake o inattivi. Inoltre questo indice è utile anche ai brand perché più alta è la reach rispetto ai follower, maggiore sarà il valore del Creator.

Molto utile è anche il rapporto tra reach e numero di interazioni generate da un contenuto. Dato che ogni persona raggiunta può lasciare solo un like e dei commenti, se le interazioni risultano di molto superiori al numero delle persone raggiunte realmente vuol dire che è stata messa in atto un’attività fraudolenta di generazione automatizzata dell’engagement.

In ultima istanza, a sancire la autenticità di un profilo contribuiscono le informazioni sul paese di provenienza della audience di un influencer. Se un profilo italiano mostra un’audience proveniente prevalentemente da paesi non in linea con la nazione di origine o in cui operano “server farm” di fake, il nostro tool lo segnala come sospetto, restituendo la percentuale di “suspicious audience”.

In definitiva la peculiarità di Buzzoole è di usare diverse metodologie, combinandole tra loro, per arrivare a capire se un Creator è affidabile o se il suo coinvolgimento in campagne di Influencer Marketing può comportare dei rischi reputazionali per l’azienda committente.

Per saperne di più sul nuovo tool messo in piedi da Buzzoole puoi leggere il white paper “Combattere le frodi nell’Influencer Marketing”.

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