Non c’è un approccio standard all’influencer marketing

Buzzoole ha lanciato una nuova serie di contenuti che affrontano i temi e le sfide dell’influencer marketing. Creati da persone che li affrontano quotidianamente, raccogliamo un insieme di voci che raccontano ogni aspetto di questo ecosistema unico.

La nostra rubrica “Ask the Expert” si basa sulla convinzione che l’influencer marketing può crescere solo prendendo in considerazione i bisogni e le esigenze di tutte le principali parti coinvolte. Pertanto, attingeremo dalle voci più rilevanti e ospiteremo opinionisti di tutto il settore nella speranza che parlando della sua direzione futura, delle problematiche e delle esigenze verranno individuate le giuste soluzioni

Siamo lieti di presentarvi il nostro primo post scritto da Ana Thorsdottir, Head of influencer Strategy, MediaCom.

Ogni cliente che ha investito in influencer marketing ha potuto notare il grande valore degli influencer rispetto ad altri canali ed ha deciso di aumentare il budget con noi.

 

Raccontaci qualcosa di te e di ciò che fai. Qual è stato il percorso lavorativo che hai intrapreso per specializzarti nell’influencer marketing?

Ho lavorato nelle PR per otto anni prima di entrare in MediaCom. Il mio percorso lavorativo è iniziato nel settore cinematografico da DDA PR e da allora in poi ho lavorato su una grande varietà di brand e campagne, che vanno da FMCG e moda  all’agricoltura. La mia esperienza e il tipo di campagne che facevo mi hanno permesso di indirizzarmi naturalmente all’influencer marketing e così ho aperto le porte di questo eccitante mondo! Ho sempre spinto per l’introduzione degli influencer nei nostri progetti e la giustificavo come parte della strategia per i clienti che credevano nei miei team e volevano fare in fretta il grande passo.

Qual è secondo te la più grande sfida che sta affrontando l’influencer marketing al momento?

Secondo me la più grande sfida del momento è l’eccessiva saturazione del mercato. Troppi player rendono il lavoro di bassa qualità, ma questo non durerà a lungo. L’altra sfida è continuare a dimostrare il valore dell’influencer marketing ma penso che abbiamo già fatto passi da gigante e che continueremo a migliorare aprendoci ancora più porte.

Quali sono i passi che come individuo o azienda stai facendo per affrontare questa sfida?

Personalmente, sto analizzando instancabilmente ogni metodo di misurazione e sfidando tutto ciò che mi viene “venduto”. Sono aperta a tutti i tipi di soluzione, e guardando il mercato, credo che MediaCom sia molto più avanti di chiunque altro con modelli econometrici studiati su misura per i clienti. Ogni cliente che ha investito in questo settore ha visto il grande valore che hanno gli influencer rispetto agli altri canali e hanno aumentato il loro budget con noi. SIamo capaci di mantenere gli stessi standard per tutti i nostri fornitori e ci aspettiamo soluzioni di misurazione innovative. Credo che Buzzoole sia l’unica piattaforma ad aver stretto una partnership con Nielsen per uno studio di brand uplift in questo mercato.

Pensi ci sia ancora qualcosa che i brand non hanno ancora capito a pieno dell’influencer marketing?

Qualcosa che sembra stia andando perso a causa dell’entusiasmo e della rapidità di crescita è il fatto che non dobbiamo dimenticare che stiamo lavorando con PERSONE. Hanno passione, sentimenti e creatività che è davvero un fattore soggettivo e non sempre può essere trattato come un numero. Non sono solo un altro “media buy”, ma sono creativi e case di produzione che ci danno accesso ad un’audience incredibilmente coinvolta. Dobbiamo sempre ricordare perché abbiamo iniziato a fare influencer marketing in primo luogo e abbracciarlo esattamente per quello che è (perchè sappiamo che così funziona!).

Quali sono le migliori tecniche che segui quando si tratta di gestire una campagna di influencer marketing?

In primis devono essere scelti gli influencer giusti e devono essere trattati come partner e non come media. È molto importante anche divulgare e rispettare la legge, ma se il primo punto è centrato, ai consumatori non interesserà se quegli influencer sono stati pagati per veicolare il messaggio. È anche cruciale misurare tutto ciò che può essere misurato, ma bisogna avere fede e pazienza nel fatto che è un investimento di lungo periodo e di successo in questo settore. In conclusione, la mia ultima ambizione insieme ai miei colleghi è di rendere l’influencer marketing una parte essenziale della pianificazione e dei processi di marketing, e non solo un “nice to have”.

Non c’è un approccio standard all’influencer marketing

Quale tipologia di contenuto funziona meglio per l’influencer marketing secondo la tua esperienza?

Non c’è un approccio standard all’influencer marketing. Tutto dipende dal brief e dagli obiettivi aziendali di lungo periodo. Ogni soluzione dovrebbe essere personalizzata per il tuo brand, e quindi il contenuto prodotto dovrebbe essere un processo collaborativo tra l’influencer e il tuo team. Il contenuto che genera più engagement è il contenuto più autentico, quindi scegliere le persone giuste per veicolare il tuo messaggio è fondamentale. Se riesci a centrare il punto, ai loro follower non interessa se è pubblicità e il successo e l’engagement positivo sono garantiti.

Quali sono le strategie di influencer marketing più efficaci che hai visto quest’anno? Quali brand le stanno adottando?

Ne parlo spesso ma un brand che mi ha davvero colpito è l’americano Revolve (#RevolveAroundTheWorld). Sono stati intelligenti da investire in maniera massiccia nell’influencer marketing mentre tutti gli altri erano ancora scettici. Ciò ha portato alla costruzione di un loro spazio che ora i consumatori si aspettano e di cui gli influencer vogliono disperatamente far parte. Stando al WWD, fino al ”70% delle vendite attuali su revoleve.com derivano dagli influencer. Basandosi sulle proiezioni secondo le quali Revolve era sulla buona strada per superare 1 miliardo di dollari di vendite [2017], ciò significa che i creatori di contenuti potrebbero essere responsabili fino a 700 milioni di dollari di fatturato [2017].” Dai piccoli viaggi negli Hamptons ai festival musicali pieni- li osservo da vicino per vedere quale sarà il loro prossimo passo!

Qual è la campagna più divertente su cui hai lavorato finora?

Una campagna del 2018 di cui sono fiera è Boots Beauty Festival. Si trattava di un approccio media agency davvero integrato e una strategia di influencer con Pr, Media, Social, SEO e Experiential. Siamo stati in grado di misurare le vendite e dimostrare il successo dell’influencer marketing. Un’altra delle mie campagne preferite è la nostra “Visit the USA”, ci abbiamo lavorato per gli ultimi due anni, collaborando con influencer internazionali in viaggi su strada e con contenuti bellissimi.

Senza fare nomi, raccontaci di una campagna che non è andata come pianificato. Faresti qualcosa di diverso se dovessi ripeterla?

Parlando onestamente, il nostro team di produzione non è secondo a nessuno e trova sempre una soluzione prima che qualsiasi cosa vada persa. Non abbiamo mai avuto grossi problemi durante le campagne se non probabilmente i tempi molto stretti che riducono alcuni sviluppi creativi. La speranza è di avere più tempo per lo sviluppo delle campagne su cui lavoriamo, e sono sicura che in questo caso anche gli influencer avranno più tempo da dedicarci.

 

 

Ana Thorsdottir – Head of Influencer Strategy, MediaCom

Ana è l’influencer marketing specialist di MediaCom, è responsabile per l’attivazione strategica degli influencer in tutte le attività di pianificazione MediaCom, per i nuovi lanci aziendali e i brief di contenuto. Il suo ruolo include anche la collaborazione e la pianificazione con i team di Business Science per definire nel modo migliore la misurazione dell’influencer marketing ROI per i clienti, spesso con soluzioni personalizzate. Ana è Direttore Associato con oltre 10 anni di esperienza nel mondo Pr e marketing e continua a lavorare con alcuni dei brand più noti al mondo.

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