In questi giorni si celebra la Giornata internazionale della donna, meglio conosciuta in Italia come festa della donna, una giornata volta a celebrare le conquiste femminili in ambito sociale, politico ed economico.
Molti stereotipi ruotano attorno a questo giorno, ma noi abbiamo voluto coglierne l’aspetto più autentico intervistando una nostra amata fashion & lifestyle Influencer: Sandra Bacci di smilingischic.com
Ciao Sandra, dicci brevemente chi sei e cosa fai
Classe 1966, blogger e fashion editor per caso, insegnante di matematica per scelta. Patologicamente entusiasta e curiosa, prediligo i contrasti e i controesempi; rifuggo gli stereotipi. Credo fortemente nella potenza del sorriso, come approccio, come arma, come cura, come dono. Quindi sorrido quasi sempre, anche ora.
Quali sono le tue impressioni sulla Giornata internazionale della donna?
Ogni anno si festeggia la festa della donna, qualche cena tra amiche e un po’ di mimosa. Poi tutto termina lì. Non vorrei fare della inutile retorica a riguardo, ma credo che molto raramente ci si ponga il perché o ci si interroghi sulle origini di questa giornata. Eppure i presupposti per una riflessione ci sarebbero eccome. Purtroppo l’universo lavorativo e non lavorativo femminile resta molto lontano da quello maschile. Le donne ad oggi sono presenti in molti settori, sono capaci di gestire situazioni anche difficili ma ancora sono poco apprezzate e valorizzate nel contesto sociale. La libertà di essere donna non è universale; oppressione, marginalizzazione, abusi, violenze e pregiudizi sono ancora troppo presenti.
Come gestisci il fatto di essere una donna con un’ampia audience online?
Lo gestisco con grande attenzione e prudenza, ma in modo sano e senza stress. Con un naturale pizzico di narcisismo ma senza alcun voyeurismo malsano o atteggiamenti compulsivi o di depressione da mancanza di like.
Per quanto riguarda la tua esperienza, all’interno della community online, hai trovato più o meno parità dei sessi rispetto alla vita offline?
Premetto che mi ritengo fortunata. Ovvero vivo la mia vita da donna libera, libera di scegliere, di lavorare, di comunicare e di ironizzare. Senza troppe restrizioni. Soprattutto nella mia vita offline. All’interno della community online ho solo le orecchie più attente. Non so chi ho davanti. Non so chi leggerà quello che scrivo. La cautela è maggiore.
Nessun contenuto scritto o fotografico è postato con superficialità. Con l’immagine in parte io ci lavoro, ma non ho mai postato per esempio un’immagine in cui comparissi in bikini al mare. Mi è capitato più d’una volta di dover bloccare alcuni utenti che avevano scambiato la chat di Facebook per una piattaforma di incontri, nonostante non sia proprio una giovane donzella.
Essere donna ha in qualche modo influenzato la tua esperienza online? Puoi fornirci un episodio in particolare?
I temi che tratto credo che avvicinino soprattutto un pubblico femminile. Parlare di moda e di beauty ma soprattutto raccontare le mie esperienze di vita da prof, di felicità trascurabili (la bellezza delle piccole cose), o di storie di vita ordinaria di una 50enne, hanno permesso ad altre donne come me di ritrovarsi, come in un uno specchio parlante. Un esempio specifico è stato per esempio l’articolo Noi Madri Senza figli che ha raggiunto le 100.000 visualizzazioni in pochi giorni, dando voce al dolore taciuto di molte donne. Essere donna attiva online mi permette di fornire un megafono a chi non ce l’ha, ma anche di creare uno spazio di condivisione e comprensione che, se pur virtuale, riesce in alcuni casi a fornire supporto. Una sorta di “circolo delle chiacchiere”.
In che modo affronti le pressioni a cui sono sottoposte le donne, soprattutto per il loro aspetto fisico, online?
Come posso combatto il pregiudizio. Lo faccio da sempre. A maggior ragione in questo contesto. Lo combatto prendendo posizione, segnalando, se possibile, chi si comporta in modo inadeguato; segnalo gruppi o profili che non rispettano la figura femminile. Cerco di essere solidale. Va detto però che nella community online capita assai frequentemente che la pressione o il giudizio pesante provenga dallo stesso sesso.
Ultimamente si è parlato molto in rete di diritti delle donne. Cosa pensi, ad esempio, della Women’s March, che si è tenuta recentemente contro la politica di Trump e le sue opinioni discutibili sul genere femminile?
Se ci penso mi vengono i brividi sai? Una manifestazione talmente significativa e potente che è riuscita a provocare una eco gigantesca. Più di un milione di persone ha partecipato alle varie Women’s March, (672 manifestazioni in tutto il mondo). Molto di più di una protesta, ma un vero movimento che è andato oltre l’idea di contrapposizione verso una sola persona.
Una folla di donne ma anche di uomini e di bambini, che hanno parlato lo stesso linguaggio, ovvero quello dell’inclusione, del rispetto verso il prossimo e dell’accettazione incondizionata di tutte le differenze. Sai che vuol dire? Un milione di voci che hanno urlato all’unisono. La speranza è che tutto ciò non sia stato frutto di una sorta di strumentalizzazione politica, ma che possa segnare l’inizio, il primo passo di un nuovo percorso verso il riconoscimento dei più importanti valori universali.
In conclusione, qual è il messaggio che ti senti di dare a tutte le donne che ci stanno leggendo?
Che ci dovremmo ricordare che siamo più forti tutte insieme.