Marketing Mix: l’importanza della quinta “P”

Qualunque azienda di piccole, medie e grandi dimensioni per poter capire quali siano gli obiettivi di business e i mezzi da seguire per raggiungerli, deve dotarsi di un piano di marketing mix ben costruito e dettagliato in ogni singola sezione. Una combinazione di strategie progettate e sviluppate al fine di portare una campagna verso il successo commerciale.

 

Quelli che possiamo considerare a tutti gli effetti gli elementi base del marketing mix Sono le famose quattro “p”:
il prodotto
il prezzo
il punto vendita
la promozione

Ultimamente però il web ha modificato non poco le strategie di marketing che per forza di cose è divenuto “allargato”. Qualunque addetto alla comunicazione non può ormai escludere una quinta “p” che può stare per persone (people) coinvolte nel consumo di un prodotto, per prove fisiche (physical evidence) ossia le testimonianze dei clienti soddisfatti, o ancora per pubbliche relazioni (public relations) ovvero le relazioni esterne e la comunicazione verso pubblici specifici. E’ chiaro quindi che il passaparola o WOM (Word of Mouth), attraverso blog e social, ormai raggruppi tutti questi fondamentali elementi.

Il passo più delicato di un piano di web marketing è quello relativo alla definizione delle strategie e degli strumenti per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nell’accostarsi a questo passaggio è necessario guardare ad ogni canale digitale e agli strumenti a disposizione e pensare poi a quale valore aggiunto questi potranno dare alla propria azienda. Per capire quale sarà la strategia migliore e quali gli strumenti più adatti da utilizzare per raggiungere il proprio obiettivo bisognerà focalizzarsi su tre aspetti:

1 Obiettivi
Capire quali sono le priorità per il business di raggiungere: Brand Awareness, aumento del traffico del proprio sito o aumento vendite?

2 Budget
Valutare quanto si debba spendere per attuare il piano di marketing.

3 Risorse
Capire se si abbia a disposizione il personale interno capace di implementare e portare avanti la propria strategia di marketing online. Nel migliore dei casi è preferibile affidarsi direttamente ad una piattaforma di social media advertising.

A questo punto si dovranno passare in rassegna gli strumenti di web marketing che la rete mette a disposizione. Ognuno avrà le sue caratteristiche, i suoi costi e i suoi punti di forza. Avere in mente quali siano gli obiettivi e il budget a disposizione potrà aiutare molto nella scelta degli strumenti migliori. Ad esempio, se si desidera aumentare la brand awareness e migliorare i servizi alla clientela, il social media marketing si inserisce perfettamente nel proprio contesto.

Quanto spendere per le attività di passaparola online?

DMA Italia ha fotografato lo scenario della comunicazione in Italia attraverso interviste rivolte agli utilizzatori (cioè alle professionalità di marketing che decidono gli investimenti di comunicazione nelle aziende) per condensarlo in uno studio che è diventato un punto di riferimento: “Marketing Mix: misurare trend, spesa ed efficacia”, la ricerca qualitativa sul mercato della comunicazione nel nostro Paese, a partire dal  proprio osservatorio focalizzato sul marketing diretto e data-driven.

Gli ultimi dati dello studio dimostrano come il digitale continui ad essere la forma di comunicazione più utilizzata dagli investitori in comunicazione. I canali web (36,1%) con il Mobile (5,7%) e l’email marketing (16,2%) sono utilizzati dal 58% dei rispondenti totali, contro il 26,8% del tradizionale offline e il 15,2% del tradizionale direct (direct mail e telemarketing).

Il Web e il Mobile registrano una crescita di preferenza, mentre l’e-mail marketing per la prima volta è in flessione (il 4% in meno dei rispondenti lo ha citato come canale utilizzato nella propria comunicazione), forse a dimostrazione che comincia a essere considerato un media “maturo”.

I Social Media sono utilizzati dal 59% delle aziende e sono anche i media dove la maggior parte dei marketer italiani ha dichiarato un aumento di investimento, rispettivamente nel 26,3% delle aziende.

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