Le startup italiane non bloggano abbastanza

Il binomio “startup e comunicazione” è un argomento hot da sempre, sia in Italia che negli USA.
In particolar modo, nel nostro Paese, si parla da parecchio tempo di scarsa capacità delle nostre startup di comunicare, sia con i loro clienti che con altri soggetti dell’ecosistema, come blogger, giornalisti e investitori.

Sono molti gli attori della “scena italiana” che in passato hanno posto l’accento su quest’aspetto. L’ha ribadito più volte Silvio Gulizia, blogger e giornalista, in diversi contesti, facendo notare come spesso le startup che lo approcciano non riescono nemmeno a comunicare il loro prodotto.
Della stessa opinione anche Fabio Lalli, CEO di IQUII, che, in occasione del boom di YO,
ha sottolineato quanto la comunicazione sia fondamentale e dovrebbe far parte di ogni strategia che si rispetti. Io stesso, circa un anno fa, ne parlai in un post per StartupItalia dove ho raccontato come il fondatore di Twitch sconsigli fortemente l’uso di agenzie stampa e prediliga un rapporto personale con i giornalisti.

In un post di qualche giorno fa ho raccontato le 4 caratteristiche vincenti di Product Hunt.
Ebbene, due su quattro hanno a che fare con il sapere bloggare e l’essere capace di raccontare la propria idea o startup. Ryan Hoover, CEO di Product Hunt, elenca tre motivi per i quali un approccio del genere è vantaggioso:

1. Aumentare le conversioni: quando ascoltiamo i feedback degli utenti (e ancora di più quando li utilizziamo) il loro interesse verso il prodotto aumenta e, di conseguenza, aumenta la probabilità che possano diventare utenti paganti;
2. Avere feedback velocemente: prima si ricevono i feedback e meno risorse si sprecano. Comunicare con la propria community durante le prime fasi di sviluppo aiuta ad avere feedback utili fin da subito;
3. Stuzzicare gli utenti: quando gli utenti vedono qualcosa in anteprima si sentono importanti. Questa eccitazione di solito genera un aumento dell’attenzione verso il prodotto e,
di conseguenza, li trasforma in evangelisti.

Ci sono tante altre ragioni per le quali le startup dovrebbero curare di più la comunicazione e il blogging, sia a livello aziendale che personale. I paradigmi di comunicazione sono cambiati tantissimo negli ultimi anni; comunicare in “aziendalese” come un decennio fa è impensabile e, soprattutto, inefficace.

Ci sono startup e aziende americane che, da questo punto di vista, hanno fatto scuola e, a mio avviso, sono degli ottimi esempi da cui prendere spunto:
▪️Il blog di Kissmetrics è una fonte infinita di infografiche, risorse e guide per il mondo dell’analytics, del marketing e dei test;
▪️Il blog di Buffer è un’ottima lista di tool e hack per ottimizzare i propri contenuti sui social media e aumentare interazioni e conversioni;
▪️Il blog di Evernote è una delle mie risorse preferite per tutto ciò che riguarda la produttività personale e lavorativa;
▪️Il blog di Product Hunt è un ottimo esempio di come coinvolgere la propria community con interviste e casi di studio.

Questi sono solo i primi blog che mi vengono in mente e che almeno un paio di volte a settimana visito per avere qualche spunto di riflessione e qualche lettura interessante. In realtà, sulla scena americana ci sono centinaia di blog strutturati in questo modo.

E in Italia?

Come dicevo all’inizio, in Italia sono poche le startup ad aver abbracciato questa forma di comunicazione perché, forse, in poche hanno colto l’importanza del personal branding e del content marketing nella strategia aziendale. Se dovessi fare dei nomi nel panorama nostrano, mi vengono in mente:
▪️Il blog di MailUP è uno dei migliori esempi in lingua italiana. Ad articoli puramente dedicati al prodotto si affiancano tutorial sull’email marketing e consigli sull’ottimizzazione delle proprie campagne;
▪️Il blog di Stamplay si muove più o meno allo stesso modo: notizie e aggiornamenti dal mondo delle API, affiancati da tutorial pratici che usano il format “come riprodurre questa piattaforma usando Stamplay”;
▪️Il blog di AdEspresso è un’ottima fonte di materiale sul mondo del Social Media Marketing: tutorial, infografiche, trucchetti e tanto altro.
▪️Balsamiq ha addirittura quattro categorie di blog dedicate a: news e release del prodotto; studio della UX; casi d’uso tramite storie degli utenti; racconti di vita aziendale.

Tematiche di questo tipo sono discusse da anni persino su magazine del calibro di Inc. e Forbes. Qualche giorno fa è intervenuto sulla questione anche Riccardo Scandellari, blogger e esperto di personal branding, evidenziando la necessità di raccontare in maniera efficace, attraverso la narrazione, la propria azienda.

Per concludere, è innegabile che il blogging abbia assunto un ruolo chiave nella strategia di comunicazione di una startup. È diventato fondamentale trasmettere l’idea di un’azienda umana, trasparente e che sia aperta al dialogo con i propri utenti.

50% Business, 50% Programming. Shaken, not stirred. That's my tagline. It means that I just like coding, hacking, creating APIs mashups and imagining new possibilities. But I also love public speaking and communicating. I'm co-founder of Mangatar and I like to call myself a "Pragmatic Entrepreneur". I also contribute articles, in Italian and English, to several blogs. I'm a technology enthusiast, a TV series addicted and a beer & coffee lover. Get in touch with him at @duplikey.

2 comments

  1. Perfettamente in accordo con te e l’ analisi riportata, Raffaele!

    Mi permetto di affermare che in Italia di Aziende ( ti parlo in specifico del Settore Travel, che conosco bene!)”illuminate” ve ne sono davvero poche, ovvero, ve ne sono , ma la loro mission spesso si esaurisce nel contattare il Blogger e offrirgli… un bel “pugno di mosche”! 🙂
    La differenza con altri mercati europei o mondiali è davvero palese e forse questo è uno dei motivi, non credi?

    Bloggare in modo professionale rimane ancora nel limbo dell’essere considerato “un passatempo a costo zero” per molti T.O. e Agenzie di Viaggio: ed ecco che improvvisano essi stessi o qualche impiegato, come Blogger … ” tanto che vuoi che siano quattro righe”!

    E va beh… non ammutoliamo ma continuiamo: però quelle piccole 4 righe , portano via una intera giornata!

    Continuo a sperare e confido che prima o poi possa emergere anche in Italia questo importante settore di veri e propri servizi!

    Ciao e a presto
    Mimì

    1. Ciao Mimì,
      siamo d’accordo con te sul fatto che le aziende dovrebbero affidarsi maggiormente a blogger professionisti, mostrando il giusto apprezzamento per il loro lavoro. Sono passati due anni da quando è stato scritto questo articolo e la situazione sicuramente è cambiata. Oggi sempre più Brand riconoscono il giusto valore degli Influencer avviando collaborazioni proficue per entrambe le parti coinvolte. Se vuoi scrivere direttamente a Raffaele e conoscere la sua opinione puoi farlo sul suo profilo Twitter @duplikey.

      Grazie e continua a seguirci!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *